La difesa può fare appello contro la condanna all’ergastolo e deve avere la garanzia che l’imputato sarà udito di nuovo.
La Corte Suprema del Popolo riferisce che lunedì 8 dicembre 2025 ha notificato le pene del procedimento penale contro l’imputato Alejandro Miguel Gil Fernández.
Le udienze orali si sono svolte tra l’11 e il 13 novembre 2025 e tra il 26 e il 29 novembre 2025.
Nel primo procedimento penale fu ritenuto responsabile dei crimini di spionaggio, atti a danno dell’attività economica o di contratti; oltre a corruzione, furto e danno di documenti o altri oggetti in custodia ufficiale, violazione dei sigilli ufficiali e violazione delle regole per la protezione dei documenti classificati, quest’ultima di natura continua.
A seguito di questa classificazione, la Corte impose la pena congiunta dell’ergastolo da scontare.
Nel secondo procedimento, fu ritenuto responsabile dei reati di corruzione di natura continua come mezzo per un fine di falsificazione di documenti pubblici; oltre al traffico di influenze e all’evasione fiscale, entrambi di natura continua.
In questo caso, la Corte ha imposto la pena congiunta di vent’anni di privazione della libertà.
In entrambi i procedimenti contro Gil Fernández furono applicate sanzioni accessorie come la confisca dei beni, il divieto dell’esercizio di funzioni che comportano l’amministrazione o la disponibilità di risorse umane, materiali e finanziarie e la privazione dei diritti pubblici, tra gli altri.
Nel determinare le sanzioni da imporre, la Corte tenne conto degli articoli 147 della Costituzione della Repubblica, nonché degli articoli 71.1 e 29 del Codice Penale, relativi agli scopi della sanzione, valutando il danno sociale degli atti commessi dagli imputati.
Alejandro Miguel Gil Fernández, attraverso un atto corrotto e simulato, approfittò dei poteri conferiti dalle responsabilità assunte per ottenere benefici personali, ricevendo denaro da aziende straniere e corrompendo altri funzionari pubblici per legalizzare l’acquisizione di beni. Ingannò la leadership del Paese e il popolo che rappresentava, causando così danni all’economia. Non si conformò ai processi di lavoro con le informazioni ufficiali classificate che gestiva, le ruotò, le danneggiò e infine le mise a disposizione dei servizi nemici.
Questi comportamenti altamente dannosi hanno dimostrato nell’imputato una degradazione etica, morale e politica che lo rende degno di una grave risposta penale, come richiesto dall’Articolo 4 della Costituzione della Repubblica, che stabilisce che il tradimento è il crimine più grave e chiunque lo commetta è soggetto alle sanzioni più severe. Gli atti sanzionati violano anche la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione, di cui Cuba è firmataria.
L’imputato e la Procura hanno il diritto di presentare i rimedi stabiliti dalla legge entro un periodo di dieci giorni.
Per quanto riguarda la pena dell’ergastolo, anche se la pena non viene contestata, il Tribunale, su propria mozione, esamina un appello, come garanzia per l’imputato contenuta nella Legge di procedura penale.
Una volta risolti i ricorsi contro le sentenze, se la sua responsabilità sarà ratificata, sarà istituita una sanzione congiunta e unica da eseguire tra tutte le pene imposte, come previsto dall’articolo 86 dell’attuale Codice Penale.
Sia l’imputato che i suoi avvocati hanno riconosciuto che durante l’elaborazione dei casi e degli atti del processo orale, sono stati rispettati i diritti e le garanzie sanciti dalla Costituzione della Repubblica e dalla Legge di Procedura Penale.
(Tratto dalla Corte Suprema del Popolo)










