Quando la giustizia punisce chi denuncia abusi ambientali e violazioni dei diritti, non si limita a giudicare un atto: cerca di riscrivere chi può esercitare la difesa. La condanna di Matheus, avvocato che difende le comunità quilombolas (gruppi etnici afrodiscendenti) a Serro, nello Stato brasiliano di Minas Gerais, è un duro colpo per la professione legale, ma anche un monito: il sistema penale non deve servire a mettere a tacere il popolo.
Questo scontro di forze fa eco al concetto di O Direito Achado na Rua (Il diritto trovato per strada): l’idea che il diritto non vive solo nei codici, nei tribunali e negli uffici, ma nasce dove si svolge la vita reale, nelle lotte sociali, nelle voci delle comunità, per strada, sul territorio, nel grido collettivo per la dignità.
Strada, diritto e popolo: la triade della resistenza
Strada: non come via asfaltata, ma come spazio pubblico di mobilitazione, dove il diritto si manifesta attraverso la forza congiunta degli esclusi, dei vulnerabili e degli storicamente oppressi. La strada simboleggia incontro, disputa, visibilità, coscienza critica.
Diritto: non come norma indifferente e astratta, ma come prodotto sociale — vivo, dinamico, plurale — che si costruisce collettivamente e storicamente dalle persone che resistono, che esigono, che vivono l’ingiustizia per trasformarla.
Popolo: soggetti collettivi che, pur essendo emarginati, affermano la loro dignità e la loro esistenza; quilombolas, indigeni, lavoratori rurali, comunità tradizionali — attori centrali del Direito Achado na Rua, perché sono loro che sperimentano e trasformano la realtà.
È in questo senso che si inserisce l’azione di Matheus: non come una difesa formale indefinita, ma come parte di una prassi giuridica in articolazione con la vita delle persone, con i territori minacciati, con la lotta per la giustizia — la strada reale, la storia concreta, il diritto in costruzione.
Condannare Matheus per presunta “offesa all’onore” o “accusa criminale” presuppone che il diritto di difendere, denunciare e proteggere sia condizionato alla compiacenza nei confronti del potere. Ma questo è esattamente l’opposto della logica del Direito Achado na Rua: il diritto non può essere un privilegio di chi detiene status, capitale o influenza.

Foto: divulgação
Punire l’avvocato che denuncia le compagnie minerarie, le violazioni territoriali e il razzismo ambientale – in nome di una “immunità limitata” – significa scegliere di proteggere chi sfrutta e rende vulnerabili, invece di chi resiste.
Questa criminalizzazione non riguarda solo un professionista: colpisce intere comunità, rimuove gli spazi di denuncia, intimidisce chi osa difendere.
Mobilitazione e resistenza: la società reagisce
La condanna di Matheus ha suscitato grande scalpore. Avvocati, movimenti sociali, organizzazioni per i diritti umani, quilombolas e cittadini sensibili alla questione si sono immediatamente mobilitati, sottolineando l’urgenza di difendere la professione legale e la dignità delle comunità.
È stata lanciata una Lettera di Sostegno e Nota di Ripudio, aperta alla firma di enti, collettivi, avvocati, insegnanti, parlamentari e persone disposte a unire le forze contro la criminalizzazione della difesa. Firmare significa ribadire che difendere i diritti non è un crimine. Criminalizzare i difensori significa attaccare il Diritto del popolo di esistere, resistere e conquistare.
Perché questo caso è importante al di là di Minas Gerais? Perché racchiude in sé un rischio strutturale per lo Stato di Diritto Democratico: se la Giustizia inizia a punire chi difende il popolo, la legge smette di proteggere i vulnerabili e inizia a proteggere gli interessi.
Perché espone il limite tra il diritto istituzionalizzato (fatto di codici, norme e potere) e il Diritto reale, costruito nelle strade, nelle lotte, nelle comunità.
Perché ribadisce che il Diritto può esistere realmente solo quando appartiene a chi vive il dolore, l’ingiustizia e la speranza di trasformare tutto.
Perché il Diritto non è solo nelle leggi. È – e sarà sempre – nelle strade. Nel grido degli oppressi. Nella resistenza degli invisibili. Nel passo deciso di chi rifiuta di essere cancellato.
Traduzione dal portoghese di Stella Maris Dante.










