Nelle realtà di provincia c’è un magma bollente che non è sotto i riflettori del mainstream, ma che opera quotidianamente per il ribaltamento delle attuali dinamiche sociali e culturali; detenute saldamente da poteri adulti, maschi e gerontocratici.
Ad Ancona, una di queste componenti fluide del magma giovanile è il collettivo Flag Eaters (lett. mangiatori di bandiere). Nato nel dicembre 2024, il concetto alla base del nome del collettivo è la lotta contro il simbolo come limite sociale umano. “Una popolazione veramente sviluppata e con spirito critico porta alla dissoluzione dei simboli politici”, si legge nel sito. Opera in modo autonomo da entità esterne come partiti politici e sindacati, concentrandosi sulla vita politica e culturale, rispondendo ai bisogni e ai desideri dei giovani e degli studenti che vivono nella zona.
Recentemente hanno pubblicato un’inchiesta-studio dal titolo “L’università Politecnica delle Marche punta all’internazionalizzazione, ma i diritti degli studenti stranieri vacillano”. L’Università Politecnica delle Marche, infatti negli ultimi anni ha puntato sull’internazionalizzazione, diventando un polo di attrazione per migliaia di studenti provenienti da tutto il mondo. Corsi in lingua inglese, numeri in crescita, riconoscimenti economici: l’ateneo si racconta come un centro d’eccellenza globale. In particolare ha rafforzato il proprio percorso di internazionalizzazione grazie al successo del corso di laurea triennale in lingua inglese “Digital Economics and Business” (DEB), attivato presso la Facoltà di Economia. Negli ultimi anni, il corso si è affermato come uno dei principali poli di attrazione per gli studenti extra-comunitari, tanto da rappresentare attualmente il principale canale di accesso all’Ateneo per i candidati internazionali.
Gli atenei ricevono dallo Stato fondi di finanziamento ordinari, proporzionali al numero di iscritti, e pro capite sono maggiori per gli studenti extra UE. Ma poi questi fondi non si traducono in condizioni di vita o di studio migliori per i beneficiari. Come ad Ancona.
Infatti i numeri raccolti da Flag Eaters fanno emergere problemi molto seri: mancanza di alloggi, servizio sanitario troppo caro per gli studenti, impossibilità di accedere ai bandi per il diritto allo studio perché i permessi di soggiorno arrivano fuori tempo massimo. Gli attivisti hanno raccolto e incrociato un po’ si dati, relativi all’anno accademico 2024-2025.
“Per l’anno accademico in corso – spiega lo studio – sono state presentate oltre 12.000 domande di prevalutazione, un dato in forte crescita rispetto al passato. Di queste, circa 8.500 candidature sono state ammesse, con o senza riserva: più del doppio rispetto alle ammissioni complessive registrate lo scorso anno. La provenienza degli studenti conferma la forte attrattività del corso nei Paesi in via di sviluppo: il 45% degli ammessi è di nazionalità etiope, il 20% pakistana, il 7% indiana, il 6% afgana, il 6% bangladese e il 4% turca. Nei due anni precedenti il 6-7% degli ammessi si è poi effettivamente immatricolato; il trend di crescita delle richieste testimonia l’interesse crescente verso l’offerta formativa internazionale dell’Ateneo. Attualmente, gli studenti iscritti al corso DEB sono circa 800, su un totale di circa 1.300 studenti stranieri presenti all’Univpm”.
Questo dati gli attivisti li hanno incrociati con il rapporto della Caritas diocesana. “Una parte – spiega ancora lo studio –riguarda la mappatura sull’utilizzo dei servizi offerti dalle strutture Caritas agli studenti universitari. L’indagine ha riguardato l’intero anno e ha evidenziato che, su un totale di 1.498 ospiti diversi, 107 erano studenti universitari stranieri, pari al 7,1% del totale. Le nazionalità più rappresentate tra questi studenti sono: Etiopia 46, Bangladesh 13, India 9, Pakistan 7. Venticinque si sono dichiarati persone senza dimora; per ulteriori 19 non disponiamo di alcuna informazione in merito. I restanti ospiti, sebbene abbiano un posto letto garantito, non hanno accesso alla mensa universitaria né dispongono di mezzi di sussistenza adeguati, stando alle notizie fornite”. Dai risultati si deduce una forte convergenza tra questi dati e la provenienza geografica del corso di ‘’Digital Economic and Business’’. I dati evidenziano che circa il 8,23% degli studenti universitari stranieri ha richiesto il servizio mensa presso la Caritas Diocesana Ancona-Osimo nei mesi indicati; tale quota sarebbe sensibilmente maggiore se aggiustata della parte degli studenti che non risiede nel territorio poiché frequenta online.
Emerge poi che le borse di studio non sono quasi mai in linea con le tempistiche burocratiche degli studenti stranieri. “Il 31,8% degli studenti internazionali a cui abbiamo sottoposto il sondaggio – racconta Flag Eaters – ha affermato di aver avuto bisogno tra i 3-4 mesi per ottenere il visto dopo la richiesta. Il 9,1% degli intervistati ha avuto bisogno di oltre 6 mesi. Una volta arrivati in Italia gli studenti internazionali devono anche rispettare gli adempimenti burocratici del bando. Il reperimento delle informazioni utili da parte degli studenti extracomunitari è anche esso molto difficile. Il 44% degli studenti stranieri ha affermato di non aver partecipato al bando ERDIS (Ente Regionale per il diritto allo studio) per mancanza d’informazioni e oltre il 22% per difficoltà legate all’ottenimento dei documenti necessari per partecipare al bando”.
Anche la questione alloggio ad Ancona per gli studenti stranieri è tutta in salita. “Nel 2023 – si legge nello studio – si sono registrati 80 sfratti per fine locazione e 433 per morosità. Il 63,6% degli studenti internazionali che ha risposto al questionario non è riuscito ad assicurarsi un alloggio prima del proprio arrivo in Italia. Il 95,5% degli studenti ha dichiarato di aver trovato difficoltoso ottenere un alloggio ad Ancona. Il 22,7% ritiene che tali difficoltà siano legate a fenomeni di discriminazione da parte dei proprietari o degli attuali inquilini.”.
Altro problema è l’assistenza sanitaria: per gli studenti extracomunitari, il costo dell’assicurazione sanitaria nazionale è aumentato; il governo Meloni ha innalzato la quota annuale da circa 150 euro a 700 euro. È importante ricordare che un’assicurazione sanitaria, sia privata che nazionale, è necessaria ai fini del rilascio del permesso di soggiorno. “Il 63,6% degli studenti – analizza il report – hanno optato per un’assicurazione sanitaria privata. Il 16,7% di questi studenti sono coperti solo relativamente ad infortuni mentre il 50% circa afferma di aver un’assicurazione privata che copre esclusivamente malattie ed infortuni”.
Il collettivo Flag Eaters di fronte a questa situazione, non si ferma alla denuncia, ma avanza delle proposte: l’istituzione di un fondo che contribuisca alle spese sostenute per l’assicurazione sanitaria nazionale per soggetti particolarmente svantaggiati economicamente, assicurando il diritto alla salute per la componente straniera. Poi la rimodulazione degli strumenti di supporto economico per il diritto all’abitare alle nuove esigenze imposte dall’internazionalizzazione, ridefinendo gli importi e i criteri di calcolo del ‘Fondo Carlo Urbani” (istituito dall’Università con ulteriori riduzioni per studenti che hanno avuto situazioni di disagio personale e/o economico). Anche le tempistiche del bando ERDIS per gli studenti internazionali devono necessariamente essere rimodulate tendendo conto di quelle dei Paesi di provenienza. Infine, l’aumento delle strutture adibite all’alloggio degli studenti.










