Ieri 2 ottobre, in occasione della Giornata Internazionale della Nonviolenza, istituita dalle Nazioni Unite nel giorno della nascita del Mahatma Gandhi, centinaia di studentesse e studenti si sono radunati nella celebre Piazza del Campidoglio, cuore pulsante di Roma Capitale, per la seconda edizione dell’evento La voce di chi guarda al futuro, promosso da Scuole in Marcia, un comitato fatto di associazioni, quali La Comunità per lo Sviluppo Umano, Diritti al Cuore e Energia per i Diritti Umani, a cui partecipano insegnanti e genitori.

Un Comitato che ha come obiettivo la diffusione della cultura della Pace e della Nonviolenza a partire dalle Scuole e dal territorio e che ha trovato nella Presidenza e nella Commissione Scuola dell’Assemblea Capitolina e nell’ Assessorato alla Scuola, Formazione e Lavoro un supporto fondamentale.

Dalle 9 del mattino le classi si sono riunite per dar vita al grande simbolo umano della Nonviolenza, un gesto semplice ma dirompente, capace di trasformare la piazza michelangiolesca in un mosaico di speranza. Il Simbolo è formato da una circonferenza interna ed una esterna aventi lo stesso centro e due semicerchi che li collegano. Il cerchio interno del simbolo rappresenta l’Unità e la coerenza interiore: pensare, sentire e agire nella stessa direzione. Il cerchio esterno invece rappresenta, la coerenza con chi e ciò che ci circonda, è racchiusa in quel principio di saggezza universale e millenario noto come la Regola d’Oro: quando tratti le altre persone come vuoi essere trattato/a, ti liberi. Questi due principi fondanti della nonviolenza sono necessariamente vincolati e i due semicerchi che li collegano rievocano il moto di una spirale: la crescita evolutiva di una Forza Interiore, di una spiritualità della nonviolenza che può essere espressa dalla frase “Io esisto perché tu esisti, perché noi esistiamo”.

Le parole di benvenuto di Federica Fratini, portavoce del Comitato Promotore Scuole in Marcia hanno aperto così la mattinata per poi invitare ad un momento di riflessione sulla parola “umanità” sottolineando come se da una parte indica una qualità di ogni essere umano, dall’altra indica l’insieme di tutti gli esseri umani. La piazza si è quindi raccolta in un minuto di silenzio, ad occhi chiusi con l’intento di vedere in rapida successione i volti di persone conosciute o mai incontrate, di ogni paese, cultura, età, genere, religione, del presente, del passato, del futuro. Un momento per sentire l’umanità intera in ognun di noi.

A seguire il benvenuto di Roma Capitale attraverso le parole della Consigliera Carla Fermariello, Presidente Commissione Scuola che ha ribadito l’impegno a far sì che la Giornata del 2 Ottobre diventi un appuntamento imperdibile e ha sottolineato “la necessità di iniziare noi stessi per primi a praticare la nonviolenza, non solo nei confronti di chi conosciamo, ma anche di chi è lontano e non si conosce”. Un impegno che si tradurrà nell’istituzione di un Tavolo Permanente per l’Educazione alla Pace e alla Nonviolenza, come annunciato in conferenza stampa lo scorso 29 settembre, per portare la pratica della nonviolenza in seno alle istituzioni.

Anche la Presidente dell’Assemblea Capitolina, l’Onorevole Svetlana Celli, nonostante i suo impegni è riuscita a scendere in piazza per portare i suoi saluti e ascoltare la voce dei/lle stundenti, per poi invitare tutte e tutti a non dimenticare questa Voce che si è alzata, ma dargli coerenza, portando ognuno nella propria quotidianità la nonviolenza, perché “la Pace si costruisce in ogni momento, in ogni atto, ogni azione ogni giorno.”

Anche l’Assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro, Claudia Pratelli, sebbene fosse fisicamente a Lampedusa con una delegazione di scuole per le celebrazioni della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza del 3 ottobre, ha mandato i suoi saluti ribadendo il suo sostegno all’iniziativa.

Poi il microfono è passato alle vere protagoniste della giornata: 17 le classi, per un totale di circa 500 partecipanti, provenienti da istituti di ogni grado (IC Sinopoli-Ferrini, LAS Ripetta, Liceo Augusto IIS Via Sette Chiese, Liceo E. Majorana,). Le ragazze e i ragazzi delle scuole hanno condiviso performance, letture, poesie, disegni e riflessioni su che cosa significhino le parole pace e nonviolenza oggi. Riportiamo alcune voci:

Dobbiamo agire in modo concreto per una Pace che arrivi a tutti i popoli del mondo, ad ogni conflitto. Non possiamo fare distinzioni di morti di serie A e serie B. La risposta non è il riarmo di massa, ma la diplomazia e la seria ricerca di una pace giusta, che non favorisca qualcuno a discapito di un altro

Nelle ultime settimane abbiamo assistito a manifestazioni e iniziative di dissenso civile, come la Global Sumud Flotilla, che incarnano esattamente il senso di questa giornata, ispirate a grandi anime come Gandhi, M. L. King e Mandela, per portar avanti con mezzi e modi pacifici la volontà di opporsi a crimini quotidiani di Paesi che fanno uso illegittimo della forza contro la popolazione civile. Crimini che non possono essere tollerati, giustificati, minimizzati o strumentalizzati”.

Centinaia di migliaia di bambini hanno perso la vita per mezzo della guerra in tutto il mondo. Eppure noi continuiamo a sperare che un giorno ci si renda conto che la guerra è solo vendetta di massa e puro egoismo. Continuiamo a sperare che dalle macerie rinascano i fiori e che ogni bambino vittima innocente di questa tortura brutale possa riabbracciare i genitori, dargli la buonanotte e andare a dormire sereno, senza pensieri, libero di vivere la propria vita come preferisce. Sapendo di non essere solo una povera vittima di quel mostro chiamato Guerra”.

“Oggi siamo qui riuniti non solo per ascoltare parole, ma per fermarci un momento a pensare.

Per guardare oltre la nostra quotidianità e accorgerci che, mentre viviamo la nostra vita,

da qualche parte nel mondo qualcuno sta lottando semplicemente per sopravvivere.

La poesia “Pensa agli altri” di Mahmud Darwish è un invito potente e necessario.

Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,

non dimenticare i popoli delle tende.

pensa agli altri,

coloro che non trovano un posto dove dormire.

Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,

coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.

Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,

e di: “magari fossi una candela in mezzo al buio.

Ci chiede, con dolce fermezza, di non dimenticare. Di non chiuderci nella nostra realtà, per quanto sicura, ma di lasciare sempre uno spazio nella mente e nel cuore per gli altri”.

Costruiamo ponti d’amore e dialoghi senza rancore”

In un mondo attraversato da conflitti e fratture, l’immagine di una piazza popolata da giovani che scelgono la nonviolenza come linguaggio universale diventa un segno potente. Altrettanta forza ha avuto la voce della nonviolenza di molte altre scuole romane (IC Piersanti-Mattarella, ITIS Giovanni XXIII, IC Mozart, IC Via Anagni, IC Villaggio Prenestino, Istituto Bernardini, IC Carotenuto, IC Orsa Maggiore, IC Oincherle, IC Via Gentile 40), che hanno celebrato la giornata con iniziative interne, inaugurando lo “Scaffale dei Libri della Nonviolenza” o La Panchina del Dialogocome negli IC Mozart e Carotenuto 30, spazi permanenti in ogni classe per il dialogo con IC Anagni. Nell’Istituto Comprensivo Villaggio Prenestino, prima scuola romana a realizzare lo Scaffale dei Libri della Nonviolenza (2023), ha organizzato attività diffuse in tutto l’istituto: dal teatro alla biblioteca, dal giardino alle aule. Le studentesse e gli studenti hanno preso parte a letture tratte dai volumi dello scaffale, seguite da momenti di riflessione collettiva, per poi unirsi in una marcia conclusa con la creazione dei simboli umani della nonviolenza e della pace.

In questa situazione complessa dove si è perso il senso e la direzione, dobbiamo smettere di cercare colpevoli. Dobbiamo piuttosto riconoscerci tutte e tutti respons-abili, ovvero capaci di dare risposte, capaci e impegnati nel proseguire il nostro processo di umanizzazione.

Ciò che impariamo a scuola ci serve per comprendere cosa abbandonare nel passato e cosa portare nel futuro. C’è chi sostiene che la scuola non debba occuparsi di politica, e noi diciamo che la Scuola è politica, nel senso autentico e nobile delle azioni rivolte alla polis, alla città, alla società.

La Scuola è il fulcro della Comunità Educante, la prima comunità in cui è necessario crescere i cittadini e le cittadine del mondo a cui aspiriamo.

Un momento significativo è stata la lettura, con la voce della Prof. Eugenia De Bella, Vicepreside dell’IC Sinopolo- Ferrini, di una parte della lettera scritta a più mani, coordinata dalla Prof. Tiziana Morgante dell’IC Piersanti Mattarella e condivisa da tutte/i le/i docenti cha hanno partecipato all’evento e che spiega il perché del sì deciso e radicale alla nonviolenza e alla pace.

Noi docenti per la pace e la nonviolenza siamo dalla parte dei bambini e delle bambine, noi li accogliamo, li proteggiamo, li aiutiamo a crescere, a scoprire i loro talenti e a trasformare i loro sogni in realtà,  perché è questo che fa una scuola. Ed è per questo che non possiamo girare lo sguardo dinnanzi alla catastrofe che ci circonda; è per questo che ogni volta che guardiamo uno dei nostri alunni e delle nostre alunne non possiamo non vedere gli stessi occhi dei bambini nati altrove.  Ma, soprattutto, non possiamo tradire la fiducia che hanno in noi, raccontando verità storiche che poi, chiamati al confronto con la realtà, non sappiamo trasformare in esempi concreti.

Dopo aver tante volte ribadito che ricordiamo la storia perché non accada mai più, adesso è nostro dovere rendere vive queste affermazioni con le nostre azioni.

Siamo chiamati ad agire con la coerenza e l’onestà che il nostro ruolo ci impone, per questo non possiamo tacere: noi non siamo complici. Noi ci impegniamo per raccontare e agire affinché questo orrore possa avere una fine. Ogni nostra azione, anche piccola, è quanto mai necessaria, è l’unico modo che conosciamo per alzare la testa e, senza vergogna, dire, guardando negli occhi ogni bambino, abbiamo fatto del nostro meglio per garantirti la possibilità di vivere il tuo futuro.

Il culmine della mattinata è arrivato con la lettura corale della Richiesta per la Pace e la Nonviolenza, un Proposito e un impegno che ha raccolto le voci di tutte e tutti i presenti

Un mondo di pace senza più guerre, senza più armi, senza più confini, senza più discriminazioni, senza più solitudine, senza più violenza. Un mondo dove ogni persona possa nutrirsi, ripararsi, istruirsi, curarsi, divertirsi, realizzarsi e soprattutto contribuire al benessere di tutte, tutti e tutto l’esistente, condividendo le proprie virtù e responsabilità. L’evento si è poi chiuso sulle note di canzoni simbolo come “Essere umani” e “Il mio nome è mai più”.

A scuola impariamo i passi che ha compiuto la nostra specie nella sua evoluzione, da quando, prendendo in mano il fuoco, ha iniziato a plasmare il mondo intorno a sé. A scuola scopriamo che l’umanità ha realizzato grandi cose e che molte altre ancora potrà realizzarne. A scuola dovremmo anche imparare che “esprimiamo la nostra personale umanità quando sentiamo tutta l’umanità in noi”. Perché ognuna e ognuno di noi non è soltanto rappresentante dell’umanità, ma portatrice e portatore dell’umanità intera.

È nelle scuole, nelle piazze e dentro le comunità che germoglia la possibilità del cambiamento, per costruire un futuro diverso: più umano, più giusto, un futuro di nonviolenza e pace.

Festeggiare il 2 ottobre non è solo celebrazione, ma promessa. La promessa di coltivare il dialogo e la cooperazione nella nostra comunità, con lo sguardo rivolto alla realizzazione della Nazione Umana Universale.

Arrivederci al prossimo anno!

Francesca De Vito e Federica Fratini per il Comitato Promotore Scuole in Marcia