Con la legge n. 27 del 1 marzo 2024 è stata istituita, il 4 novembre, la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, data in cui i/le docenti delle scuole di ogni ordine e grado vengono invitati/e ad accompagnare i propri studenti e studentesse a celebrazioni che esaltano i valori della patria e del sacrificio, con particolare riferimento al primo conflitto mondiale.

«Si intende ricordare, in special modo, tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere: valori immutati nel tempo, per i militari di allora e quelli di oggi», recita la legge.

Si tratta invece, a nostro avviso, di un salto di qualità della ideologia militarista che porta dentro le scuole di ogni ordine e grado una forte ventata di nazionalismo, attraverso la retorica del compimento dell’unità nazionale, e di militarismo, con ampio ricorso alla retorica del sacrificio. La storia ci ricorda invece che la Prima Guerra Mondiale fu, per il nostro Paese, oltre che un atto di aggressione, una vera e propria carneficina.

Simili celebrazioni – la prima guerra Mondiale venne preceduta da aggressioni coloniali dell’Italia monarchica e liberale che cercava di entrare nel novero delle grandi potenze – rappresentano dunque un ulteriore passo avanti rispetto al processo di normalizzazione della guerra, in un contesto Europeo e mondiale che, con i progetti di riarmo e l’investimento di ingentissime risorse nella difesa e nella sicurezza, avrà presto ripercussioni dirette sulle spese sociali, sul welfare, sull’istruzione, sulla sanità.

Quest’anno poi è purtroppo tragicamente automatico parlare del genocidio in Palestina, espressione più evidente di quel riordinamento economico-politico-militare mondiale che non può prescindere dalla guerra e dal colonialismo. Un Genocidio in diretta e in corso, che il mondo della scuola non vuole appoggiare ma vuole anzi in ogni modo contrastare.

Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università consideriamo il 4 novembre non una giornata di festa e da celebrare, ma piuttosto una giornata di lutto. Una narrazione falsa che tace sulla violenza e le distruzioni della guerra, che marginalizza la cultura della pace e l’educazione improntata alla risoluzione pacifica dei conflitti.

Ci opponiamo con forza e determinazione al militarismo e alla guerra e a gran voce diciamo “Il 4 novembre non è la nostra festa!”, invitando così i/le docenti a disertare le iniziative ad esso legate, a denunciarle e a partecipare al convegno che abbiamo organizzato per il mattino e alle mobilitazioni previste per il pomeriggio in tutta Italia. (A Palermo, ad esempio, dalle ore 17 insieme ai Cobas Scuola si darà vita a un corteo da Piazza Croci al Teatro Massimo, che convergerà anche nel Villaggio della Pace, organizzato da molteplici associazioni antimilitariste e pacifiste per l’intera giornata, al Politeama, ndR)

Per questi motivi, insieme al Cestes, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha organizzato per il 4 novembre 2025 un convegno nazionale on line valido come corso di aggiornamento e formazione. Trovate qui il programma:  https://osservatorionomilscuola.com/2025/10/21/4-novembre-2025-convegno-nazionale-formazione-online-scuola-arruola/ 

 Mentre pubblichiamo è già stato raggiunto il limite massimo dei partecipanti, ma ci auguriamo che gli organizzatori possano comunque registrare e divulgare i materiali (ndR)

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