Nel Mediterraneo si è raggiunto un livello di violenza inaudito. Dal 2016 Sea-Watch ha documentato 60 episodi di violenza in mare contro le persone in fuga e contro la società civile, perpetrati da milizie e criminali che spesso compongono quella che viene strumentalmente chiamata “Guardia Costiera libica”. Da quasi un decennio assistiamo a catture e respingimenti brutali da parte di queste milizie supportate dall’intesa con l’Italia.
Lo afferma Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch a margine della conferenza stampa di presentazione della mozione delle opposizioni contro il rinnovo del Memorandum d’intesa tra Italia e Libia.
Solo nelle scorse settimane – continua Linardi – il nostro equipaggio di monitoraggio aereo ha visto una persona annegare nel tentativo di sfuggire ai libici, un’altra è stata avvistata sulla prua di una motovedetta donata dall’Italia, con la faccia premuta a terra e le mani legate dietro la schiena e colpi d’arma da fuoco sono stati sparati contro Sea-Watch 5 e contro la Ocean Viking di SOS Mediterraneé.
Ieri una persona è stata di fatto giustiziata in mare. Alarm Phone ha segnalato un peschereccio con circa 150 persone a bordo, una vittima e due feriti; i soccorsi – come troppo spesso accade – sono arrivati con un ritardo ingiustificabile, solo dopo forti pressioni della società civile. È stata rinvenuta una persona colpita con un’arma da fuoco in fronte; tra i feriti anche un ragazzo di appena quindici anni.
Questo episodio atroce – conclude la portavoce di Sea-Watch – dovrebbe essere più che sufficiente a determinare la revoca immediata dell’accordo con la Libia. Basta con gli accordi omicidi.










