Il progetto definitivo dell’opera che il CIPESS aveva approvato nell’agosto scorso e per la cui registrazione fissato la scadenza del 7 novembre prossimo non ha superato efficacemente il vaglio della Corte dei Conti.

La verifica tecnico-giuridica ad accertamento delle coperture economiche calcolate e preventivate per la realizzazione dell’opera, dell’affidabilità delle stime di traffico e della conformità del progetto – secondo il CIPESS definitivo e, quindi, adeguato per venire attuato – alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale ha dato esito negativo: alla documentazione presentata all’ineludibile controllo, un iter procedurale necessario per l’esecuzione dell’opera conformemente alle “norme di legge”, ovvero per procedere all’esproprio dei terreni e all’apertura dei cantieri, non è stato apposto il “visto di legittimità”.

La valutazione in merito agli aspetti finanziari descritti e rendicontati nella documentazione e sulla loro corretta e congrua elaborazione non esprime un giudizio sulle finalità economiche, sociali e politiche perseguite con la costruzione del colossale ponte di collegamento tra la penisola e la Sicilia, però ostacola la sua realizzazione nelle modalità e tempistiche pianificate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e, così, turba le ambizioni del suo ministro, anche vice-premier, Matteo Salvini, e di Giorgia Meloni, direttamente coinvolta, oltre che come premier del governo, anche come presidente del CIPESS / Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile.

Nel dare notizia del verdetto pronunciato ieri, 29 ottobre, e delle immediate reazioni di Salvini e Meloni, l’ANSA precisa che «L’atto registrato con riserva acquista piena efficacia, ma può dare luogo ad una responsabilità politica del Governo – spiega il sito della Corte – poiché la Corte trasmette periodicamente al Parlamento l’elenco degli atti registrati con riserva».

Inoltre l’agenzia stampa riferisce che «le eccezioni sollevate durante l’adunanza della Sezione centrale della Corte dal consigliere Carmela Mirabella [funzionario preposto all’Ufficio di controllo sugli atti del Ministero dell’economia e delle finanze – NdR]- secondo quanto si apprende – sarebbero state diverse: tra queste anche quella sulla competenza del CIPESS, considerato organo “politico”».

«La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera CIPESS è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento», aveva dichiarato ieri Giorgia Meloni, probabilmente con ‘giurisdizione’ intendendo ‘magistratura’…

In merito alla valutazione della Corte dei Conti, la premier ha affermato che «Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l’adunanza di oggi» e sull’operato dei magistrati ha commentato: «Per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer».

Stamattina tutti i ministri sono stati convocati in una “riunione d’urgenza” appositamente indetta “per affrontare la questione”, cioè il problema di questo giudizio sul piano esecutivo del progetto alla cui attuazione si cimentano alcuni politici italiani, in particolare gli esponenti di spicco dei partiti al governo, fortemente voluto da una folta schiera di imprenditori calabresi e siciliani e tenacemente osteggiato dagli abitanti delle località costiere affacciate sullo stretto e da numerosi esponenti dei partiti di minoranza.

Nell’interrogazione parlamentare in cui il ministro vice-premier aveva risposto che “la Corte dei conti ha deciso di sottoporre la valutazione alla sezione centrale di controllo” e questa procedura fosse “una scelta che non modifica il termine previsto per la determinazione sulla registrazione fissato per il 7 novembre”, il leader di AVS, Angelo Bonelli, aveva rilevato molte criticità, tra cui la questione dei costi dell’opera stimati in una somma di circa 13,5 miliardi, e commentando l’esito del controllo dei magistati ha dichiarato: «Grande vittoria dello stato di diritto, Salvini si deve dimettere».

Sul sito della “concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione del collegamento stabile viario e ferroviario fra la Sicilia e la Calabria, opera strategica di preminente interesse nazionale inserita nella rete infrastrutturale dell’UE” Stretto di Messina S.p.A. è rendicontato che “come risulta dal bilancio societario del 2023” per “la ricerca, gli studi di fattibilità sulle 3 soluzioni di attraversamento, lo sviluppo e la verifica delle tre fasi di progettazione (di Massima, Preliminare e Definitiva), l’esperimento di quattro gare internazionali nonché le attività per il riavvio del 2023” dal 1981 al gennaio 2025 sono stati investiti circa 300 milioni.

Fonte:

ANSA – La Corte dei Conti boccia il Ponte sullo Stretto. Meloni attacca: ‘Ennesimo atto di invasione dei giudici’

Rassegna di alcune pagine inerenti al tema PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA pubblicate su PRESSENZA nel 2025: