I quadri di Pino Manzella, pittore di Cinisi (PA) e amico di Peppino Impastato, esposti in questi giorni a Castellamare del Golfo (TP) presso l’Associazione Mutuo Soccorso, fanno parte di una ricchissima produzione strettamente legata alla militanza culturale e politica dell’artista nelle scuole e nel territorio.
Pino ci invita a leggere e interconnettere nell’unità di tempo e di luogo gli eventi socio-politici, socio-culturali e socio-ambientali stampati nei libri che, nella maggior parte dei casi, vengono letti e chiusi nel museo delle memorie, da rievocare appena nei giorni delle commemorazioni.
In tal senso pone la Sicilia come metafora, così come fece Leonardo Sciascia nella celebre intervista rilasciata a Marcelle Padovani e pubblicata nel 1979.
Un filo rosso collega tutte le opere di Manzella, che non critica fortemente solo i poteri costituiti ma anche quel regime del ventennio, rientrato con il Movimento Sociale Italiano e la sua fiamma tricolore (che Pino, in un suo disegno degli anni ’70, voleva spegnere con una “pisciata”), e poi con Alleanza Nazionale e poi ancora con questo governo vergognosamente composto da Fratelli d’Italia, berlusconiani, salviniani, vannacciani e frange dell’estrema destra neo-nazista.
Un sistema che sta facendo di tutto per stravolgere e calpestare la democrazia, lo Stato di Diritto e i valori umani e civili sanciti dalle Carte dei diritti nazionale e internazionali contro violenze, guerre e conflitti.
Non a caso nella mostra di oggi Pino vuole prepotentemente richiamare l’attenzione sulle tragedie del passato che, dopo la catastrofica Seconda Guerra Mondiale e il genocidio della Shoah, non si sarebbero dovute ripetere mai più.
E mi riferisco al quadro ispirato ai Disastri della Guerra, incisioni nelle quali Francisco Goya, con una sua personale raffigurazione, ci dà una spietata visione delle guerre contro la Francia rivoluzionaria di fine ‘700 e contro Napoleone, compresa la battaglia navale sanguinosissima di Trafalgar del 1805, vinta dai britannici.
Richiamandosi ancora a Francisco Goya, Pino rivisita gli “Uccelli volanti”, opera che risale a due anni prima della Rivoluzione Francese e che negli uccelli in volo simboleggia la libertà.
Così pure lega passato e presente il quadro in cui Pino immagina Picasso che viene a Palermo e, visitando Palazzo Abatellis, scopre Il trionfo della morte, un affresco di cui non si conosce l’autore e che si dice abbia ispirato il cavallo stramazzato con il muso digrignato che si trova al centro di Guernica.
Ma in questa Sicilia come metafora troviamo anche immerse la Sicilia dei limoni e la Sicilia dei coralli, una poetica visione di buona speranza.










