Mentre Netanyahu interveniva all’Assemblea Generale dell’ONU in una sala semivuota, abbandonata dalla maggioranza delle delegazioni in segno di protesta, fuori dal Palazzo di Vetro, a Times Square e davanti all’hotel dove alloggia il premier israeliano ricercato dalla giustizia internazionale, migliaia di manifestanti hanno marciato e protestato chiedendo il suo arresto per crimini di guerra e scandendo slogan come “Stop aiuti a Israele”, “Basta affamare Gaza”, “Free Palestine.”
Minacce dei servizi israeliani nei confronti di Dyab Abou Jahjah, il co-fondatore della Fondazione Hind Rajab, l’Ong belga per i diritti umani che documenta i crimini di Israele a Gaza. Lo scrittore libanese è sotto protezione dei servizi di Bruxelles, dopo la scoperta di piani per assassinarlo. La minaccia riguarda anche la sua famiglia.
In un comunicato, l’Ong informa della gravità delle minacce, ma sottolinea anche che l’attività dell’organizzazione continuerà, per inseguire gli israeliani che hanno compiuto crimini documentati contro la popolazione civile. Sono oltre mille i soldati israeliani che la fondazione ha denunciato alle varie procure in giro per il mondo chiedendo il loro arresto. Il lavoro investigativo è basato principalmente su foto e video che gli stessi soldati hanno pubblicato sui social, vantandosi dei propri crimini contro i civili palestinesi.
La Fondazione prende il nome della bambina di 6 anni uccisa dall’esercito israeliano mentre era in contatto telefonico con la Mezzaluna Rossa palestinese. La sua storia è stata raccontata in un film della regista tunisina Kaouther Ben Hania, che a Venezia ha vinto il Leone d’Argento. clicca! per saperne di più.










