Si è svolto oggi in Piazza Libertà a Luino, in riva al Lago Maggiore, il raduno per Gaza organizzato da GIM progetti, Anpi e Tavolo per la pace. Tanta gente di tutte le età riunita con bandiere palestinesi, cartelli fatti a mano e coperchi, fischietti e tutto ciò che può servire per fare rumore, un gazebo dove si raccoglievano le firme di cittadini per chiedere al Consiglio Comunale di riconoscere lo Stato di Palestina – come hanno già fatto tanti Comuni grandi e piccoli – e per impedire la modifica peggiorativa della legge 185/90 sull’export delle armi (che attualmente è ferma alla Camera dei Deputati) e darne una piena applicazione.

Erica Sai, volontaria del GIM e della bottega equo solidale Ekoné, ha dato il via all’evento spiegando in tono appassionato e battagliero il senso di ritrovarsi per denunciare il genocidio in corso a Gaza, un tema ripreso da Francesca Albanese in uno spezzone registrato tratto da uno dei suoi discorsi esemplari per chiarezza e lucidità.

Come redattrice di Pressenza, ho poi raccontato il risveglio di stamattina con il drammatico video di Stefano Bertoldi, ormai diventato virale, lasciando spazio alla sua voce nella richiesta di mobilitazione della gente per sostenere la Global Sumud Flotilla – ossia proprio quello che stava avvenendo in quel momento – visto che non c’è da fidarsi dei governi. Ascoltare la testimonianza diretta di una persona che sta rischiando la vita per una missione politica, più che umanitaria, ha suscitato un’emozione evidente nella gente radunata ad ascoltare in silenzio il suo appello.

Molto emozionanti anche gli interventi a più voci dei giovani capi scout, che si sono passati il microfono per toccare temi come le radici antifasciste del loro movimento, rivendicate con orgoglio anche oggi, l’orrore dei libri di testo israeliani in cui i palestinesi sono sempre descritti come esseri inferiori e comunque nemici e l’importanza di schierarsi con la Palestina in un impegno di giustizia e solidarietà. Tutte cose rispecchiate nei cartelli fatti a mano che hanno accompagnato l’evento.

E’ seguito uno spezzone registrato con la voce del genovese Stefano Rebora di Music for Peace, che ha raccontato l’ignobile imposizione di Israele sui pacchi di aiuti alimentari, a cui si sono rifiutati di sottostare: togliere miele, marmellata e biscotti perché troppo energetici per donne e bambini, ossia le persone più fragili e bisognose di alimenti sani.

Dopo l’invito di Erica Sai a unirsi alle campagne di boicottaggio dei prodotti israeliani promossi dal movimento BDS è arrivato il momento di scatenarsi “facendo rumore per Gaza”: un frastuono ritmico e variegato e tanti slogan – soprattutto Palestina libera, gridato in coro – che è durato a lungo. Un segno chiaro dell’impegno crescente che si vede in tutta Italia, in contrasto con l’ipocrisia e la viltà del governo.

Foto di Thomas Schmid e Gabriella Colli