Proposta da una giovane palestinese testimone dell’assedio e del genocidio, la settimanale astensione dal fare acquisti e transazioni finanziarie viene promossa da molte organizzazioni e associazioni di tante nazioni.

In Italia è stata ‘rilanciata’ dalla delegazione nazionale del Global Movement To Gaza formato dalla coalizione che aggrega alcuni partecipanti alla Global March to Gaza e alla Carovana Al-Samoud e gli equipaggi della Freedom Flottila, tutti insieme cooperanti anche nella missione della GDF / Global Sumud Flottilla in partenza il 30 AGOSTO dalla Spagna e il 4 SETTEMBRE dalla Tunisia e altri porti nel Mediterraneo.

L’obiettivo del Global Strike for Gaza (sciopero globale per gaza) è di coinvolgere quante più persone possibile ad astenersi dal fare acquisti un giorno alla settimana – il giovedì – per far sentire il peso del dissenso.

L’iniziativa ha lo scopo di attirare l’attenzione dei media, così dei politici, sul genocidio dei palestinesi e la carestia a Gaza.

Il primo giovedì di sciopero globale è stato indetto per il 21 AGOSTO scorso, una delle tre giornate – giovedì 22, venerdì 23 e domenica 24 agosto – dal movimento Hamas indicate per la mobilitazione de “i popoli liberi del mondo e le nazioni arabe e islamiche” in segno di solidarietà della popolazione di Gaza.

L’idea del Global Strike for Gaza è stata concepita dalla 27enne Bisan Owda, che ha presentato la proposta in un video-messaggio di tre minuti.

Bisan Owda è nata e cresciuta a Beit Hanun, una cittadina al centro di un territorio rurale nell’area a nord-est della Striscia di Gaza fino al 2023 popolata da 35˙000 abitanti da dove nel 2005 Hamas aveva lanciato i razzi che colpirono insediamenti e centri urbani israeliani nel Negev e in cui l’8 novembre 2006 avvenne la strage di Beit Hanun, dopo il 7 ottobre 2023 uno dei primi bersagli degli attacchi dell’esercito israeliano.

Una cooperante ad alcuni progetti dell’UE sul cambiamento climatico, anche una EU Goodwill Ambassador, e un membro dell’UN Women’s Youth Gender Innovation Agora Forum, Bisan Owda nell’estate del 2023 aveva cominciato a realizzare un programma televisivo, intitolato Hakawatia, trasmesso dall’emittente giordana Roya TV… ma ad ottobre di quell’anno la sua città veniva evacuata e lei e i suoi familiari furono trasferiti a Gaza City, prima alloggiati all’ospedale Al-Shifa e poi in un’abitazione nel quartiere di Rimal, in seguito distrutta.

Come nella primavera di quattro anni fa, durante il conflitto armato combattuto tra Hamas e Israele dal 6 al 21 maggio 2021, anche dall’ottobre 2023 Bisan Owda utilizza il proprio account Instagram per divulgare foto e video che documentano la realtà nella Striscia di Gaza. Da un anno i suoi reportage vengono pubblicati da Al Jazeera Media Network in una serie di video, intitolata It’s Bisan from Gaza and I’m Still Alive (Qui Bisan da Gaza, ancora viva), che a maggio 2024 è stata insignita di un Peabody Award e a luglio 2024 è stata candidata per l’assegnazione degli Emmy Awards.

Sfruttando questa notorietà per dare visibilità su media e social-media a un’iniziativa che mobilita i cittadini di ogni nazione del mondo, Bisan Owda ha proposto il Global Strike for Gaza: «Facciamo quello che gli fa più male: fermare l’economia», spiega nel presentare lo sciopero che tutti possono praticare facilmente ovunque, semplicemente astenendosi dal fare acquisti e transazioni finanziarie.

“Se anche solo il 5% dei consumatori per un giorno non fa nessun acquisto, globalmente la contrazione delle spese ammonterebbe di circa 2-2,5 miliardi di dollari – precisa FANRIVISTA riportando le analisi del collettivo inglese Humanti Project – Un importo di tali dimensioni verrebbe notato dagli economisti. Se l’azione viene ripetuta il suo impatto si moltiplica, i media se ne accorgeranno e nemmeno i politici lo potranno ignorare”.