La forza dello Stato di Israele sta in buona parte nell’appoggio dell’Occidente alle sue politiche guerrafondaie e genocidarie. Una narrazione ampiamente condivisa fa risalire questa circostanza al grande potere che avrebbero le lobby ebraiche in special modo negli Usa, soprattutto nella capacità di influenzare la sua politica estera. Cercheremo di mostrare come questa ipotesi sia in gran parte fuorviante, e come in realtà molto più potente del “sionismo ebraico” sia il cosiddetto “sionismo cristiano”.
È vero che la comunità ebraica degli Stati Uniti è la più organizzata e la più numerosa del mondo, anche se in termini assoluti essa si aggira intorno a non più di sei o sette milioni di individui. Storicamente è considerata una riserva di voti per il partito democratico, vantando un’antica tradizione liberal e progressista. Tra i due conflitti mondiali, e forse anche all’inizio della guerra fredda, fu addirittura sottoposta ad un’attenta sorveglianza da parte dell’intelligence federale perché sospettata (non a torto) di avere simpatie per il bolscevismo sovietico.
Naturalmente dopo il 7 ottobre tutti si sono schierati dalla parte di Israele. Poi col procedere dei massacri da parte dello Stato ebraico le cose sono cambiate. Oggi si possono distinguere grosso modo tre diversi posizionamenti. Una parte della comunità, costituita soprattutto dai più giovani, condanna apertamente le politiche genocidarie. Quella che invece potremmo definire una posizione mediana, pur stando dalla parte di Israele vorrebbe un cambio di governo ed una sospensione degli attacchi indiscriminati nei confronti dei palestinesi. Infine vi sono i sostenitori senza condizioni delle politiche di cancellazione etnica per la costruzione della “grande Israele”. Sono questi ultimi che possono essere definiti senza alcun dubbio come “sionisti ebraici”. Quantificarli è estremamente difficile, ma considerando i numeri complessivi della comunità dovrebbero aggirarsi al massimo non molto oltre i 2 milioni di individui.
Il fenomeno del “sionismo cristiano” nasce invece nell’ambito delle chiese evangeliche, che costituiscono oggi un fenomeno globale fortemente sottovalutato da analisti e opinione pubblica. Gli aderenti sono valutati attualmente a livello globale in circa 660 milioni e sono in costante crescita, rappresentando una vera opportunità per la credibilità e il sostegno allo Stato di Israele.
In questa sede ci occuperemo però solo degli Usa, dove sono stimati tra i 60 e gli 80 milioni di fedeli, che costituiscono in pratica (come minimo) il 25% dei cittadini aventi diritto al voto, tutti di provata fede repubblicana. Se si considera che la partecipazione elettorale negli States è molto bassa ed è invece quasi certamente più alta tra gli affiliati alle varie chiese, si può facilmente sostenere che essi costituiscono la fondamentale base elettorale repubblicana. Anzi si potrebbe addirittura ribaltare il discorso ed azzardare che il Partito Repubblicano è ormai (o sta per divenire) una espressione diretta dell’evangelismo.
Per quanto riguarda in particolare il sionismo cristiano esso è valutato tra i 20 e i 40 milioni di individui. Ma probabilmente si tratta di una sottostima considerando che ormai tutto il mondo evangelico si muove verso questa direzione. In ogni caso, anche con questi numeri abbiamo tra i 10 e i 20 sionisti cristiani per ogni sionista ebreo (naturalmente ci riferiamo sempre all’ambito Usa).
Ma in che cosa consiste esattamente il sionismo cristiano?
L’idea di partenza nasce da una lettura letterale di alcuni passi della Bibbia che fanno pensare ad un ritorno in massa degli ebrei nella terra promessa. Naturalmente non si tratta di un atto di pura generosità da parte dei cristiani, ma del fatto che questa idea viene associata a quella, veramente centrale in ambito evangelico, di un prossimo ritorno di Cristo nel nostro mondo.
Il discorso è complesso e ha diverse varianti, ma per quel che serve ai nostri scopi, basterà sottolineare che stavolta Cristo non verrebbe per morire in croce ma per governare il mondo almeno per i prossimi mille anni, condannando i rei e beatificando i giusti. In questa prospettiva agli Ebrei tornati ad Israele a ricostituire le condizioni originarie, viene offerta come una seconda chance. Essi potranno accogliere il Messia ritornato salvandosi, o saranno dannati per sempre. In attesa di quel giorno però il sostegno allo Stato sionista resta incondizionato.
Una curiosità che vale la pena sottolineare è che, almeno per certi versi, si può dire che il sionismo cristiano sia nato addirittura prima di quello ebraico. Quest’ultimo, come è noto, ha una precisa data d’inizio, quando il suo fondatore, il giornalista ebreo-ungherese Theodor Herzl convocò il primo congresso sionista mondiale a Basilea nel 1897. Si dà tuttavia il caso che del ritorno degli Ebrei nella terra promessa in ambito cristiano si discuteva da tempi immemorabili. Un solo esempio (particolarmente interessante), giusto per restare nell’ambito degli Usa: nel 1844 un accademico dal nome familiare di George Bush (guarda caso progenitore degli omonimi recenti presidenti statunitensi) scrisse un libro in cui erano precisati gli aspetti salienti del moderno sionismo cristiano, destinato poi a vendere la cifra ragguardevole di un milione di copie.
Tornando al presente è veramente notevole, e diremo decisiva ai fini di quanto vogliamo dimostrare, la presenza di personaggi di spicco del sionismo cristiano in ruoli chiave delle due presidenze di Donald Trump. Rispetto al primo mandato erano (e sono) evangelici e sionisti dichiarati addirittura le due più importanti figure dell’amministrazione e massimi collaboratori del tycoon: Mike Pence, vicepresidente e Mike Pompeo, segretario di Stato. Nell’attuale amministrazione spicca con le stesse caratteristiche Pete Hegseth segretario della difesa, oltre ad una miriade di funzionari di rango inferiore che qui tralasciamo.
La lotta per la salvezza dei palestinesi e per la sconfitta del sionismo si annuncia lunga e difficile, e per quanto abbiamo detto (se mai ce ne fosse stato bisogno) non ha nulla a che vedere con le religioni in sé, ma piuttosto con le loro derive frutto di continue manipolazioni ideologiche e politiche.
Fonti essenziali:
Enciclopedia Treccani per definizioni, cronologie e concetti fondamentali
Giuliani, Il sionismo cristiano: un’analisi storico-teologica e politica, Milano 2007
Scaglione, Il patto con il diavolo. Come l’Occidente ha consegnato il Medio Oriente all’estremismo, Milano 2016
Stefani, Il sionismo cristiano, in Il regno n.20
Sandri, Il sogno di Sion: Israele e i cristiani, in Confronti, 2015
Fath, Dio benedica l’America. Le religioni della Casa Bianca, Roma 2005.










