Riceviamo e volentieri diffondiamo
Da anni il sindacalismo di base conflittuale denuncia la connivenza delle maggiori confederazioni sindacali, CGIL-CISL-UIL, con le scelte politiche sul lavoro dei governi di centrodestra e di centrosinistra, accolte supinamente senza alcuna reazione (se non di facciata) rispetto a controriforme che hanno pesantemente inciso su lavoratori e lavoratrici (diritti, occupazione, precarizzazione, esternalizzazioni di servizi/produzioni, pensioni).
Come COBAS abbiamo sempre denunciato la concertazione come strumento che, riducendo il conflitto sindacale, esponeva lavoratori e lavoratrici ai ricatti padronali impedendo reale mobilitazione e opposizione; abbiamo criticato duramente soprattutto la CGIL per non essersi opposta ai “governi amici” di centrosinistra contro l’attacco allo Statuto dei Lavoratori attraverso la Legge 300/70 (che ridimensiona l’articolo 18 e consente ai padroni di licenziare impunemente), l’introduzione di contratti iper-precari e il progressivo indebolimento dei contratti nazionali, lo smantellamento delle tutele con il Jobs Act, il ricorso alle pensioni integrative con appositi fondi gestiti dalle OO.SS. di categoria appoggiandosi a fondi finanziari.
La campagna referendaria della CGIL propone l’abolizione di alcuni dei peggiori aspetti legislativi del nuovo regime sul lavoro, ed è suscitata da una marcata opposizione al governo Meloni, sfruttata anche da Schlein che tenta di trascinarsi dietro un PD diviso, trincerandosi dietro la CGIL per non assumersi la responsabilità politica di un’iniziativa propria come forza parlamentare.
Inoltre, il voto referendario sulle questioni del lavoro è sempre un’arma a doppio taglio: sono chiamati a votare milioni di cittadini/e che non sono dipendenti – stabili o precari – di aziende private, ma lavorano nella Pubblica Amministrazione, sono autonomi a partite IVA, oppure hanno interessi differenti e contrastanti con i diritti di lavoratori e lavoratrici, o semplicemente ritengono di non essere coinvolti perché disoccupati o al nero.
Infine, dobbiamo continuare la lotta contro gli insopportabili “omicidi” sul lavoro, il codice degli appalti, il DL “Sicurezza” che criminalizzerà le lotte sociali e sindacali.
Al netto di queste precisazioni, come Confederazione COBAS sosteniamo i 5 referendum (4 sul lavoro e uno sulla cittadinanza) invitando al voto che si terrà l’8 e il 9 giugno, per perseguire l’interesse dei lavoratori e delle lavoratrici e l’unità della lotta quando gli obiettivi siano chiari.
N.RO QUESITO | TEMA | SPIEGAZIONE | VOTO |
1° QUESITO | NO A LICENZIAMENTI INGIUSTI (ARTICOLO 18) | Per ripristinare le norme eliminate dal Jobs Act e permettere il reintegro di lavoratori e lavoratrici
licenziati/e ingiustamente |
SÌ |
2° QUESITO | TUTELE PER LAVORATORI/TRICI NELLE PICCOLE IMPRESE | Per ripristinare l’indennizzo adeguato a lavoratori/trici di piccole imprese in caso di
licenziamento ingiusto |
SÌ |
3° QUESITO | CONTRO IL PRECARIATO | Per reintrodurre l’obbligo di reali motivi per il ricorso a contratti a
tempo determinato |
SÌ |
4° QUESITO | SICUREZZA SUL LAVORO | Per ripristinare la responsabilità in solido delle ditte appaltanti in caso di infortunio sul lavoro | SÌ |
5° QUESITO | CITTADINANZA ITALIANA PER LAVORATORI E LAVORATRICI MIGRANTI | Per ridurre da 10 a 5 anni di residenza per richiedere la cittadinanza italiana | SÌ |
CONFEDERAZIONE COBAS