Dal palco del Teatro dell’Affratellamento una condanna unanime per l’aggressione genocida israeliana, l’occupazione e la pulizia etnica dei palestinesi nativi.
La discussione, con Alessandro Bartoloni di Ottolina Tv, Federico Greco, filmmaker e autore delle trilogia sul neoliberismo, il prof. Antonio Mazzeo dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e Karem Rohana attivista italo palestinese, segue la proiezione del film Innocence di Guy Davidi, regista israeliano fuggito dal regime militarista.
In Israele, il regime militarista di apartheid, occupazione illegale e aggressione bellica ha portato la quasi totalità degli Israeliani a ritrovarsi a proprio agio con lo sterminio dei Palestinesi.
La compattezza della società su questo punto cardine è inscalfibile.
E qui da noi, la totale complicità del governo italiano, che non ha mai smesso di inviare le armi che hanno raso al suolo la striscia di Gaza è garantita e supportata dai media ufficiali e dai cosiddetti “intellettuali”.
Un totale appiattimento sulla versione dell’esercito israeliano e la ripetizione senza verifica delle veline di Tel Aviv, ha consentito
che una subdola disinformazione impedisse all’opinione pubblica di formarsi correttamente su quanto sta accadendo.
Nonostante le decine di migliaia di morti, 2/3 dei quali donne e bambini siano di dominio pubblico, si sente ancora ripetere nei talk show da vari opinionisti la fake news, smentita dagli stessi inquirenti israeliani, sui bambini decapitati e messi in forno il 7 ottobre, o quella su presunti stupri subìti ma mai denunciati.
L’unico scopo è la mostrificazione e il “rendere disumani” i palestinesi, in modo da far accettare un genocidio.
Il cinema holliwoodiano d’altronde veicola da decenni un’immagine dell’arabo come disumano per definizione, allo scopo di giustificare le guerre dell’ Occidente per l’esportazione della libertà (marchio registrato in usa) e democrazia.
Vedendo il film, che racconta attraverso le storie di 5 ragazzi israeliani, un sistema educativo improntato principalmente alla formazione militare, vengono i brividi all’idea che il nuovo diktat europeo ci sta chiedendo di preparare i nostri figli a combattere una guerra imminente.
E a giudicare con quanta convinzione la classe politica continua a sostenere lo spargimento di sangue nella Palestina occupata, nonostante le evidenze dei crimini di guerra, c’è da avere paura perché allora tutto è permesso, anche un nuovo modo di fare la guerra che consente come obiettivo la popolazione civile nessuno escluso e i centri abitati, gli ospedali e le scuole come obiettivi legittimi.
Firenze per la Palestina










