(Riceviamo e pubblichiamo dalla agenzia stampa Interris.it una breve sintesi dei molti aspetti innovativi delle azioni e degli scritti di papa Bergoglio)

Ieri mattina alle 7.35 Papa Francesco è tornato alla casa del Padre.

Una notizia che ha sconvolto tutto il mondo, nessuno immaginava che il pontefice dopo essersi affacciato, proprio il giorno di Pasqua, per la benedizione Urbi et Orbi, dalla loggia centrale della basilica vaticana, davanti ad una piazza San Pietro gremita.

Adesso sentiremo tanti discorsi su questo Papa, il primo appartenente all’Ordine dei Gesuiti, il primo a scegliere un nome come Francesco, proprio in omaggio al poverello d’Assisi e al suo stile di vita.

Certo del suo pontificato, lungo dodici anni, ricorderemo il suo attaccamento a tutte le persone, quel contatto diretto con ogni individuo, dando la preferenza e la precedenza sempre agli ultimi della società, ai più bisognosi e abbandonati, senza dimenticare quanti vivono all’interno delle carceri.

Ha spesso espresso preoccupazione per i poveri, gli emarginati e i rifugiati, invitando la Chiesa a essere un “ospedale da campo” per coloro che soffrono.

Discorso a parte riguarda il continuo intervento sempre puntuale di Papa Francesco, affinché tutto il mondo potesse vivere in pace, memorabili le parole per chiedere di far cessare il conflitto tra Russia e Ucraina e quello che vede coinvolti israeliani e palestinesi, a ciò devono aggiungersi quelli sparsi in varie zone del mondo.

E’ stato un Vescovo di Roma che nei suoi viaggi ha saputo riunire intorno a sé milioni di persone, e le sue parole, e nei suoi discorsi, e nelle encicliche ha trattato vari argomenti, non solo quelle di carattere religioso, ma soprattutto quelle che hanno parlato di temi sociali.

Come Papa ha svolto un ruolo attivo nel promuovere il dialogo interreligioso.

Ha incontrato leader di altre religioni, ha mediato in conflitti internazionali e ha sostenuto iniziative di riconciliazione.

Il suo viaggio a Cuba e negli Stati Uniti nel 2015 è stato un momento storico, così come il suo incontro con il Grande Ayatollah Al-Sistani in Iraq.

Per l’ambiente, il cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile, egli aveva scritto nel 2015 l’enciclica “Laudato si” ricordando che come S. Francesco, bisogna amare la natura e difenderla prendendosi cura del Creato.

“Il nome di Dio è Misericordia” di Papa Francesco, nell’enciclica scritta nel 2016, un’opera profondamente personale e pastorale riflette il cuore del suo pontificato.

Oltre ad essere un documento teologico formale, è senza dubbio una conversazione intima in cui il Papa condivide la sua comprensione della misericordia divina, attingendo alla sua esperienza personale e al suo ministero.

Papa Francesco ha sottolineato che la misericordia non è solo un attributo di Dio, ma la sua stessa identità.

Dio è misericordia, e questa misericordia si manifesta nel suo amore incondizionato per l’umanità, un testo che invita a riflettere e a mettere in pratica il messaggio di Cristo, un messaggio di perdono e di amore incondizionato.

E’ un invito a tutti i cristiani ad essere testimoni della misericordia di Dio nel mondo, attraverso gesti di compassione, perdono e solidarietà. L’enciclica, in sostanza è stata un potente richiamo alla centralità della misericordia nel messaggio cristiano. In un mondo segnato dalla divisione e dalla sofferenza.

Papa Francesco resterà nel cuore di tutti per la sua spontaneità, accettando il dialogo e rispettando ogni individuo, vivendo in semplicità e ricordando come ha scritto nel 2020 che siamo “Fratelli tutti”, per costruire una società più giusta.

Affacciandosi il giorno della sua elezione a pontefice il 13 marzo 2013, ha chiesto di non dimenticarsi di pregare per lui, e siamo sicuri che in ogni angolo della Terra, ci sarà tanta gente che in queste ore pregherà per lui.