Totem e Tabù: La Forza dell’Inclusione e la Riflessione sui Limiti Sociali e Interiori nella Mostra “Under My Skin”
L’inclusione sociale, la lotta contro le disuguaglianze e l’emancipazione da stereotipi e tabù sono temi centrali nella mostra fotografica Under My Skin, che si inaugura il 22 marzo 2025 al Palazzo dell’Ostrichina, Parco Vanvitelliano del Fusaro a Bacoli. Tuttavia, questa esposizione non si limita a un’indagine sulle dinamiche collettive e sociali, ma si addentra profondamente nella sfera interiore di ogni individuo, esplorando il rapporto tra il visibile e l’invisibile, tra il corpo e l’anima.
La mostra nasce dal laboratorio curato da Gianfranco Irlanda, con la collaborazione di Fabiana Privitera, ed è organizzata dall’associazione fotografica Flegrea PHOTO, che promuove la fotografia come strumento di riflessione culturale ed emotiva. Attraverso le opere di otto fotografi, Under My Skin si fa spazio di risonanza per le voci silenziate, per le fragilità nascoste e per quei conflitti interiori che spesso restano imprigionati sotto la superficie della quotidianità.
La mostra non si limita a smascherare i “totem”, simboli di potere, norme e identità imposte e i “tabù”, argomenti esclusi e marginalizzati ma diventa un atto di introspezione collettiva. L’arte diventa un mezzo per esplorare le ferite interiori, dando forma ai tormenti silenziosi e trasformandoli in testimonianze visive capaci di generare empatia e connessione.
Ogni fotografo racconta una storia che non è solo sociale, ma profondamente umana e interiore.
Rossella Mutone, con Anastasia e Genoveffa, trasforma la sua battaglia contro l’insonnia e l’emicrania in una narrazione visiva dove due sorellastre malefiche rappresentano i dolori che incatenano l’anima. La sua fotografia diventa un processo di liberazione, una fiaba amara che si fa metafora della lotta interiore contro i propri demoni.

Emanuela Vitale, con Mascarade, esplora il peso delle emozioni represse, celate dietro la maschera della convenzione sociale. Il suo lavoro ci porta dentro il conflitto tra l’immagine che mostriamo al mondo e ciò che realmente sentiamo, tra la paura di esprimerci e il desiderio di essere autentici.

Lucia Montanaro, con Una, Nessuna, Centomila, firma le fotografie di Paola, esplorando il delicato rapporto tra corpo e identità. Paola, una donna che affronta la vita dopo un’amputazione, ci invita a riflettere su come la società percepisce e definisce la disabilità. Le immagini di Montanaro, che accompagnano la sua testimonianza, diventano una potente dichiarazione contro le etichette, spingendoci a riconoscere la bellezza dell’individuo al di là dei suoi limiti fisici.

Andrea Fiorentino, con Ordine e Disordine, indaga il conflitto tra il bisogno di controllo e il desiderio di libertà. Le sue immagini, tra armonia e caos, ci spingono a riflettere su come l’essere umano affronta il proprio disordine interiore e su quanto sia importante accettarlo come parte di sé.

Benedetta De Biase, con Oblitu, usa la fotografia per evocare memoria e simbolismo. Il suo lavoro si trasforma in un rito di liberazione dal passato, un viaggio tra le ombre della psiche dove l’arte diventa una porta aperta verso la catarsi.

Federica Lamagra, con Si può fare, racconta la storia di Rosetta e del suo percorso di accoglienza verso i rifugiati. Il suo lavoro va oltre il concetto di inclusione sociale per toccare la dimensione umana della paura, del cambiamento e della speranza.

Letizia Maffei, con Nella Pelle e nell’Anima, esplora la condizione delle donne e la loro lotta per l’uguaglianza. Le sue fotografie, pur raccontando storie di dolore, parlano anche di forza e trasformazione, di un cammino interiore ed esteriore verso la libertà.

Fabiana Privitera, fotografa e curatrice della mostra, con Ab-Negazione, porta in scena un lavoro che esplora il profondo legame tra dolore e memoria. La sua serie fotografica si immerge nel tema dell’assenza, simbolo di esperienze traumatiche che non sono mai completamente dimenticate. Le sue immagini, dense di emozioni silenziose, catturano la permanenza di un vuoto che si fa carne, una presenza invisibile che vive dentro l’anima. Le fotografie di Privitera sono un atto di coraggio, un modo per fare emergere le cicatrici invisibili che molti portano dentro di sé, ma che sono in grado di trasformarsi in un racconto di resilienza e rinascita.

Under My Skin non è solo una mostra fotografica, ma un viaggio profondo che ci invita a riflettere sulle barriere, visibili e invisibili, che limitano la nostra esistenza. La fotografia, in questo contesto, non è solo un mezzo di denuncia sociale, ma anche uno strumento di esplorazione interiore, capace di dare voce a ciò che spesso resta sepolto dentro di noi.
La mostra, organizzata da Flegrea PHOTO, rappresenta una chiara manifestazione di come l’arte possa agire come un potente strumento di cambiamento sociale. Dal 21 al 30 marzo 2025, sarà possibile visitare questa esposizione, che invita ogni spettatore a interrogarsi sulla propria percezione dell’altro e sul ruolo della fotografia come mezzo per abbattere i muri che ci separano.
Inaugurazione: 22 marzo 2025, ore 17:00, Palazzo dell’Ostrichina – Parco Vanvitelliano del Fusaro, Bacoli.
Orari di visita: venerdì 17:00-21:00, sabato e domenica 10:00-13:00.
Ingresso libero.









