Nel 2024 sono state circa 66 mila le persone migranti e rifugiate arrivate in Italia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, 2 su 10 erano bambine, bambini e adolescenti, tra cui circa 8.000 persone minorenni non accompagnate (MSNA). La rotta migratoria del Mediterraneo Centrale si attesta ancora tra le più pericolose: nel 2024 sono state circa 1.700 le persone morte o disperse nel Mediterraneo centrale tra cui molte persone di minore età. Sono alcuni dei dati del nuovo Rapporto Annuale 2024 Unicef relativo al Programma a sostegno di bambine/i, adolescenti, donne e famiglie migranti e rifugiati in Italia.
L’UNICEF lo scorso anno ha raggiunto oltre 30 mila persone con interventi diretti, tra cui: 24 mila minorenni con interventi di protezione incluso attraverso azioni di supporto alla salute mentale e prevenzione e risposta alla violenza di genere; 900 adolescenti e giovani inseriti in affido familiare e/o supportati da mentori; 7 mila minorenni in condizioni di svantaggio, inclusi migranti e rifugiati, hanno avuto accesso a programmi di sviluppo delle competenze linguistiche, digitali e trasversali. Tra i risultati raggiunti anche attraverso il supporto delle piattaforme digitali: 5.000 MSNA e giovani migranti e rifugiati iscritti alla piattaforma U-Report On The Move per un totale di 18.000 iscritti; 700.000 in totale le persone raggiunte con messaggi di prevenzione e accesso ai servizi. Il 2025, invece, pur confermando il calo dei numeri rispetto ai dati di due anni fa, con oltre 7.900 arrivi segna già un incremento rispetto ai dati registrati lo scorso anno nello stesso periodo e si conferma anche la presenza di vulnerabilità specifiche tra le persone che arrivano.
Nello specifico dei minori non accompagnati, il Rapporto evidenzia che la popolazione di MSNA accolta nelle strutture di prima e seconda accoglienza in Italia è composta principalmente da ragazzi (88%). Con riferimento all’età, il 53% di MSNA ha 17 anni, il 23% ha 16 anni, l’8% ha 15 anni e il 14% ha meno di 15 anni. La maggioranza dei ragazzi e delle ragazze giunti in Italia senza una persona adulta di riferimento proviene da Paesi pesantemente colpiti da crisi prolungate, che ne hanno danneggiato i sistemi socioeconomici e educativi e i servizi sanitari. Tra i Paesi di provenienza maggiormente rappresentati nelle strutture di accoglienza vi sono: Egitto (oltre 3,7 mila <18, pari al 20% del totale); Ucraina (3,5 mila <18, pari al 18% dei nuovi ingressi); Gambia (2,1 mila <18, pari all’11% del totale degli ingressi censiti); Tunisia (1,7 mila <18, pari al 9,6% del totale dei nuovi ingressi); e Guinea con 1,5 mila <18 (8%).
“Il 2024, scrive Nicola dell’Arciprete, Coordinatore UNICEF in Italia nella prefazione del Rapporto, è stato un anno di sfide notevoli: in un contesto in cui la povertà minorile è in crescita, il calo dei flussi migratori non ha comportato una riduzione delle vulnerabilità. Inoltre, la rotta del Mediterraneo Centrale resta tra le più pericolose al mondo esponendo migliaia di bambine, bambini e adolescenti a enormi rischi. In questo scenario, ho potuto osservare con i miei occhi la straordinaria resilienza di tante persone minorenni straniere non accompagnate, che affrontano lunghi viaggi, situazioni di fragilità fisica, mentale o economica e ostacoli di ogni tipo, senza rinunciare alla speranza di un futuro migliore.” Il Rapporto non manca di dare conto della situazione nella quale si trova il nostro Paese, laddove sottolinea che “nonostante l’Italia vanti uno dei PIL più alti d’Europa, il Paese registra un tasso di povertà infantile tra i più elevati del continente, con marcate disuguaglianze tra regioni e gruppi vulnerabili. Le sfide sociali sono molteplici: alti livelli di abbandono scolastico, disparità nell’accesso ai servizi sanitari e di benessere per bambini e giovani, difficoltà di inclusione e protezione per le famiglie più fragili. Inoltre, permangono fenomeni di discriminazione e violenza di genere. A queste criticità si aggiunge il ruolo dell’Italia come principale punto di arrivo e transito per persone migranti e rifugiate. La rotta del Mediterraneo Centrale è tra le più pericolose al mondo: dal 2014, oltre 31.300 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo, di cui 24.500 solo lungo questa tratta. Molte di queste vittime sono minori, esposti a rischi enormi durante il viaggio e una volta giunti nel Paese.”
Il programma dell’UNICEF in Italia è stato realizzato nel 2024 in sinergia con il Comitato Italiano per l’UNICEF Fondazione ETS e grazie alla costante collaborazione con i partner istituzionali a livello europeo, nazionale e locale. L’azione è stata possibile anche grazie al generoso contributo dei numerosi partner privati che sostengono i nostri interventi e grazie alle donazioni di cittadini, cittadine e aziende. Gli interventi nel 2024 sono stati implementati inoltre grazie alla collaborazione con diverse organizzazioni, tra cui: AIPI Cooperativa Sociale, Approdi, ARCI/Approdi, Arciragazzi, Borgo Ragazzi Don Bosco, Centro PENC, CIAC, Coordinamento Nazionale Comunità accoglienti (CNCA), INTERSOS, Fondazione ISMU, Junior Achievement Italia, Refugees Welcome Italia, Save the Children Italia, Tangram, Terres des Hommes, oltre ai partner istituzionali, alle Università, al settore privato e ai media.
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