Dopo l’Emilia-Romagna ci occupiamo del nord est (Veneto e Friuli Venezia Giulia), anche qui la catena dei fornitori del settore bellico si sta rafforzando. Il colosso Leonardo ha nel Triveneto un gruppo di 250 fornitori e l’ecosistema produttivo conta oltre 6.800 addetti. Dai sistemi ottici, alla produzione di parti per aerei ed elicotteri militari, alla manutenzione dei carri armati ma non solo.

Il distretto veneto, da Tessera ad Ecor

A luglio 2024 nella sede della Regione Veneta, la divisione Leonardo Helicopter ha lanciato il primo appuntamento della campagna “Crescere Insieme”, per ampliare la propria supply-chain. Lo stabilimento di Tessera, sobborgo di Venezia, ha ripreso vigore da quando a inizio 2022, è stato siglato un accordo della durata di 5 anni e 380 milioni di euro, tra l’Aeronautica Militare italiana, Leonardo Helicopter, Avio Aero e Lockheed Martin (tutti grandi produttori di armi), per fornire supporto logistico e manutenzione alla flotta degli aerei militari C-130J “super Hercules”, in uso all’esercito italiano nella base di Pisa e Sigonella. Tra i fornitori veneti della Leonardo, uniti nel consorzio regionale aerospazio e difesa Rir-Air, troviamo la vicentina Spring di Monteviale (Vi), specializzata nella stampa 3D, che collabora al progetto degli aerei militari addestratori M-345, la Benozzo Engineering, la Compositex di Vicenza, la Irca – Zoppas Industries di Vittorio Veneto, la Mecc-Tre di Valli del Pasubio e altre.

Ma tra i fornitori pluripremiati di Leonardo, spicca soprattutto Ecor International, fondata nel 1976 a Schio dalla famiglia Lucietto per il commercio dell’acciaio inossidabile, saldatura e lavorazione di componenti critici. Partecipa da anni alle fiere Aerospace Defence Meetings ed è membro di Aiad, (Aziende italiane per l’aerospazio, la difesa). Insieme a Curti di Castel Bolognese, ha fondato la NPC, azienda imolese di droni e nanosatelliti.

Come si legge nello stesso sito di Ecor, molteplici sono stati i progetti di Leonardo con cui ha collaborato: la produzione degli elicotteri militari AW149, gli aerei militari addestratori M346, i nuovi caccia Thiphoon, costruiti da un consorzio europeo partecipato da Leonardo, BAE Systems e Airbus Defence & Space. Il 20 dicembre scorso peraltro il Parlamento italiano ha approvato il programma di acquisto di 24 nuovi caccia Eurofighter Thiphoon in sostituzione ai Tornado, per un costo di 7,47 miliardi di euro. Altri clienti di Ecor sono Thales Alenia, Avio, Secondo Mona e Mbda, la più grande joint venture di produzione missili in Europa, con cui la Ecor ha collaborato anche alla produzione degli Aster 30, missili antiaerei terra-aria, con gittata di 120 km, come si legge in un deplian pubblicato da Ecor.

Si tratta degli stessi missili che Italia e Francia hanno deciso di destinare al conflitto russo-ucraino. Ecor si occupa anche di ricerca tramite i centri di Modena e Formigine chiamati “il Sentiero International Campus”, che collaborano strettamente con l’Università di Padova. Sempre sulla scia della ricerca, partecipa anche al progetto internazionale Amalia, lanciato dall’Agenzia europea per la difesa (Eda) il 20 ottobre 2022, con l’obiettivo di ricercare nuovi materiali per acciai balistici (a prova di proiettile).

Officina stellare e la collaborazione con Israele

Officina Stellare ha sede a Sarcedo (Vicenza) ed è specializzata in strumentazioni ottiche per aerospazio, astronomia e difesa. Iscritta all’Aiad, nel 2021 ha siglato con la società israeliana Isi – Imagesat International un contratto per la fornitura di un telescopio satellitare ad altissima precisione (risoluzione di 50 cm) destinato ad operare dall’orbita bassa (Leo). Il valore complessivo della commessa è stata di circa 1 milione di euro e la consegna è avvenuta nel 2022. L’obiettivo dichiarato è implementare una grande costellazione di satelliti per l’osservazione della Terra. “Sappiamo però che è tramite questa rete di satelliti che Israele monitora in modo estremamente preciso Gaza e la Cisgiordania, ed è attraverso di essi sono forniti i target per l’esercito israeliano” fanno notare attiviste e attivisti del collettivo Alto Vicentino per la Palestina.

A giugno 2023 Officina stellare ha iniziato la collaborazione tecnologica e industriale con Leonardo e Thales Alenia Space (joint venture al 67% Thales e 33% Leonardo). Da allora è tutto un fioccare di contratti. Ad aprile 2024 ecco la fornitura di quattro sistemi ottici destinati alla costellazione satellitare italiana “Iride”, mentre a fine dicembre 2024 altro contratto siglato con Thales Alenia Space Italia. Nel 2023 ha esportato sistemi ottici e di tracciamento all’Australia, Cile, Stati Uniti per circa 1,7 milioni di euro e ha ottenuto ulteriori 6 autorizzazioni per 3,1 milioni di euro (relazione ex legge 185/90).

In particolare Officine stellari dal 2021 collabora con PhotoSonics, azienda statunitense fornitore dell’esercito americano, fornendo sistemi ottici necessari al progetto MITS (Multispectral Imaging and Tracking System) dell’esercito Usa. Nel 2023 è iniziata la seconda tranche di forniture, con un valore di circa 2,7 milioni di Euro, e terminerà nel 2026. La prima tranche di fornitura era pari a circa 3,3 milioni. Recentemente (gennaio 2025) la controllata ThinkQuantum che si occupa di cybersecurity, si è aggiudicata un contributo a fondo perduto per circa 2.5 milioni di euro, dall’European Innovation Council.

Il distretto friulano, tra navi, coltelli e carri armati

Altro stabilimento Leonardo si trova a Ronchi dei Legionari nel Friuli Venezia Giulia e si occupa della divisione elettronica, in particolare di sviluppo di velivoli a pilotaggio remoto, anche qui la Leonardo sta investendo molto. A Trieste c’è invece Fincantieri, azienda pubblica che opera nella cantieristica navale e i cui ricavi nel settore militare si sono attestati al di sopra dei due miliardi di euro nel 2023, con forniture anche ad eserciti stranieri. Maniago (Pordenone) invece è conosciuta come la città dei coltelli, qui sorge la storica coltelleria Fox, con un marketing sempre più aggressivo e spinto nel campo militare. Fornitore ufficiale della NATO e delle principali aziende operanti nel settore militare, ha creato il marchio FKMD (Fox Knives Military Division). Defcom5 fa parte del gruppo Fox e vende abbigliamento e accessori militari, in Italia e all’estero. Fornisce anche l’esercito israeliano con il logo Defcom 5 Israel, come si vede nelle inquietanti pubblicità.

Infine, sempre in Friuli, c’è l’azienda Goriziane, con sede a Villesse (Gorizia), che opera nel campo oil&gas, navale, ferroviario e anche nel settore difesa, dove fa revisione, manutenzione e riparazione di carri armati e non solo. Goriziane ha vari contratti con il Dipartimento della Difesa per revisionare in particolare il carro armato Leopard, è inoltre partner ufficiale di Iveco Defence Vehicles, e collabora con Bae Systems per revisionare gli anfibi d’assalto (AAV7 A1 RAM / RS), e la flotta di veicoli cingolati (Bv206 e Bv206S). L’impatto ambientale causato dal testare i mezzi blindati in ambiente naturale, si aggiunge all’inquinamento causato dai poligoni militari di cui il Friuli-Venezia Giulia è già saturo. Le Goriziane nel 2023 hanno ottenuto nuove autorizzazioni per export di armi e ricambi di armamenti, per un valore totale di circa 5 milioni di euro. Hanno già esportato pezzi di armamento in Germania e Ucraina.

Linda Maggiori

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