Dopo Dietro i fronti (2019) e Sumud (2021), Samah Jabr ha pubblicato con le edizioni Sensibili alle foglie il saggio “IL TEMPO DEL GENOCIDIO”. Un libro forte che ci conduce dentro ciò che l’entità sionista sta compiendo nei confronti del popolo palestinese.
Samah Jabr, nata nel 1976 a Gerusalemme Est, è psichiatra, scrittrice e assistente alla George Washington University. Dirige l’unità di salute mentale del Ministero della sanità palestinese. Attingendo alle sue osservazioni cliniche e attualizzando il discorso di Frantz Fanon, testimonia la vita quotidiana nella Palestina occupata, invitandoci a riflettere su salute mentale, colonialismo e diritti umani.
Dal 7 ottobre 2023 la locuzione “guerra Israele-Hamas” è stata utilizzata per manipolare la nostra percezione di uno sterminio sistematico dei palestinesi e in particolare di donne e bambini – la possibilità per il vivente di esistere nel futuro – senza precedenti nella storia recente. Lo sguardo professionale di Samah Jabr colloca le uccisioni di massa, gli sfollamenti, la tortura e le umiliazioni contingenti, nel solco più ampio del trauma storico palestinese.
Jabr ci racconta che Gaza oggi è una “prigione a cielo aperto” con le sue infrastrutture deteriorate, le strade distrutte, gli spazi abitativi sovraffollati, la povertà, l’anemia, l’insicurezza alimentare, l’assenza di carburante, di elettricità, di assistenza sanitaria, di acqua potabile dove in cui vi è una normalizzazione del conflitto che è entrata inconsciamente nella vita delle persone: dove la sopravvivenza è diventata la normalità. Una Gaza che è colpita dalla schiavitù moderna del consumo di droghe e l’abbandono scolastico con tutto ciò che comporta, i suicidi in aumento e la perdita di un positivo desiderio tra i giovani.
Samah Jabr usa la lente della psichiatria decoloniale – partendo da Frantz Fanon – per leggere lo stato d’animo e la salute fisica e mentale del popolo palestinese in cuie intere generazioni nascono, crescono e vivono in un continuo stato d’emergenza strutturale. Jabr descrive il genocidio in atto come l’apice di un trauma psicologico e collettivo che è il risultato di decenni di oppressione, di violenza sistematica, di punizioni collettive, di militarizzazione, di apartheid razzista, umiliazione e ingiustizia.
Samah non può non riconoscersi nel diritto di un popolo occupato a resistere ed è proprio nelle forme di resistenza che la studiosa evidenzia il significato dello sciopero della fame portato avanti dai prigionieri politici palestinesi come ultimo tentativo di opporsi alla sopraffazione attraverso l’esistenza stessa.
Dall’altro lato ritrae perfettamente quella che è la condizione psicologica degli occupanti israeliani e di molti soldati che, in questi mesi, si sono mostrati in modalità festeggiante dopo aver compiuto molteplici nefandezze. Per quanto possano sembrare episodi di psicopatia genocidaria di funzionari d’apparato, la psichiatra palestinese sottolinea che siamo di fronte a qualcosa di estremamente peggiore: la gratificazione psicologica di chi prova piacere nel provocare dolore e sofferenza agli altri mostrando la sua superiorità nella sopraffazione.
“Il Tempo del Genocidio” è un libro che intreccia la lucida analisi degli eventi, sollecitando quell’empatia che può farci comprendere fino in fondo che in Palestina è in gioco la possibilità per gli umani di definirsi ancora tali. Se la solidarietà internazionale è terapeutica per i palestinesi, il dono del sumud (1) che essi ci fanno con la loro resistenza può aprire anche le nostre menti e la nostra risonanza emotiva per mettere fine alla più lunga e sanguinosa occupazione coloniale del nostro tempo.
Secondo la scrittrice, questo trauma decennale, per poter essere affrontato, richiede una solidarietà concreta e attiva, capace di affermare sia il diritto alla resistenza nella Palestina illegalmente occupata, sia il rispetto dei diritti umani elementari, calpestati da decenni con la complicità attiva dei Paesi occidentali.
(1) Sumud è una parola araba difficile da tradurre che vuol dire “fermezza” o “perseveranza”, ma anche “resilienza” o “resistenza”. Per i palestinesi è un simbolo nazionale, una strategia politica e un valore culturale.
Per acquistare il libro:
https://www.libreriasensibiliallefoglie.com/home/518-il-tempo-del-genocidio.html
Altre recensioni:
https://www.carmillaonline.com/2024/11/15/il-tempo-del-genocidio/
https://www.casadonnemilano.it/samah-jabr-il-tempo-del-genocidio/










