La stipula dei contratti derivati da parte del comune di Torino all’inizio degli anni 2000 rappresenta una delle operazioni più arrischiate e sfortunate mai condotte dalla Città.
L’errore di base sta nella formulazione della scommessa, (cioè che i tassi di interesse sarebbero stati alti e sarebbero cresciuti ancora) mentre in realtà sono crollati per oltre dieci anni e la presunzione di potersi misurare ad armi pari con le banche e le finanziarie, hanno portato a € 180.000.000 di perdite a fine 2023.
Da qui al 2036, scadenza dell’ultimo derivato, sono prevedibili ulteriori perdite di un altro centinaio di milioni, arrivando quindi a perdite totali di 280.000.000 di euro: enormi risorse sottratte a impieghi a favore dei cittadini!
In queste condizioni, la recente causa intentata dal Comune contro le banche Dexia, Sanpaolo e JPMorgan è tardiva e appare incomprensibile la segretezza e assenza di spiegazione delle ragioni che hanno spinto il Comune al ricorso in tribunale.
A un’interpellanza del Cittadino, l’Assessora al Bilancio ha risposto citando esclusivamente le procedure giuridico-amministrative adottate e affermando che le cause devono restare riservate lasciando così all’oscuro non solo la cittadinanza ma gli stessi i consiglieri comunali.
L’assenza e il silenzio di tutti, ma proprio tutti i consiglieri comunali fa pensare che il vero scopo delle cause intentate alle tre banche sia puramente dimostrativo per mettersi al riparo dalle critiche.
E invece chiediamo un dibattito ampio e pubblico, tanto più che l’’argomento più forte per il Comune sarebbe la pronuncia 8770/2020 della Corte di Cassazione, che ha dichiarato nulli i derivati non approvati dal Consiglio Comunale ma solo dalla Giunta, come nel caso di Torino.
Consiglieri comunali: uscite dal letargo.