Domani a Milano, presso la Libreria Aleph (ore 15.00) di Piazza Lima – Mezzanino MM1, sarà presentato il libro di Giovanni Arrighi e Beverly J. Silver, Caos e Governo del mondo. Come cambiano le egemonie e gli equilibri planetari” (Mimesis Edizioni), con la partecipazione di  Andrea Arrighi, Sandro Mezzadra e – in collegamento online – Beverly Silver. Seguirà una  tavola rotonda sulla situazione internazionale con Gabriele Battaglia, Matteo Bolocan, Nicolò Cuppini, Andrea Fumagalli, Francesca Governa, Christian Marazzi, Raffaele  Sciortino, Salvo Torre. Proponiamo di seguito una breve presentazione dell’incontro curato da Salvo Torre _

 

Caos e governo del mondo è un testo che si inserisce in una riflessione che a partire dalla fine dello scorso secolo ha provato a leggere le grandi trasformazioni sociali su una scala temporale ampia, a comprendere quali fossero i possibili mutamenti del capitalismo e gli scenari che venivano costruiti dai movimenti sociali.

Il testo, come buona parte del dibattito sulla crisi dei sistemi-mondo, rimane di forte attualità. In parte perché la situazione attuale sembra simile all’ultima grande transizione capitalista, quella che nel XX secolo ha comportato due guerre mondiali. In parte perché lo scenario che si sta definendo sembra contemporaneamente rispondere anche a un modello caotico, segnato da una lunga serie di conflitti militari localizzati.

Di fronte all’accelerazione della corsa agli armamenti e al proliferare di espressioni politiche interventiste, non si tratta quindi più di discutere solo della crisi dell’egemonia globale statunitense o dell’emergere dei nuovi attori, ma di ragionare sulla possibilità concreta che una crisi inedita modifichi l’intera distribuzione e il funzionamento della vita sul pianeta.

Sono cambiate le relazioni di forza che avevano segnato gli ultimi secoli, è mutato l’assetto produttivo globale, l’Europa è di nuovo uno degli scenari su cui si sviluppano i conflitti militari.

Il testo di Arrighi e Silver propone anche una riflessione sul ruolo che assumono le transizioni sociali, sulla possibilità che forme nuove di politica ridefiniscano gli scenari di quella che Sandro Mezzadra, nella sua introduzione, definisce una transizione aperta.

S.T.