Una Mozione intitolata – NO al nucleare militare in Friuli Venezia Giulia, SI a una nuova Legge regionale per la Pace – per l’emergenza portata dalla presenza in tempo di guerra di navi e bombe nucleari, in porto a Trieste e alla base di Aviano, è stata presentata in Consiglio Regionale da Serena Pellegrino, Furio Honsell, Laura Fasiolo, Rosaria Capozzi, Francesco Martines e Massimo Mentil. Un volantino col seguente comunicato verrà distribuito durante la manifestazione per la Pace, a Gaza in Ucraina e in tutto il mondo, di sabato 9 marzo alle 10.30 in corso Verdi a Gorizia.

NO al nucleare militare in Friuli Venezia Giulia
SI ad una nuova Legge regionale per la Pace

Nella situazione che stiamo vivendo per le guerre in Ucraina e in Palestina ha sollevato grave preoccupazione nell’autunno scorso l’esercitazione fra mar Baltico e Nero di sottomarini nucleari e missili intercontinentali Russi, contrapposta alla manovra nucleare Nato “Steadfast Noon” fra Italia, mare Adriatico e Croazia che ha coinvolto la base di Aviano – ove stazionano le nuove bombe nucleari B61.12 teleguidate – e il porto militare di Trieste, ove ha attraccato la portaerei nucleare Ford prima di salpare verso Israele.

Nei giorni delle esercitazioni citate, al Centro Internazionale di Fisica Teorica di Miramare ha avuto luogo il Pugwash Council Meeting per un mondo libero da armi nucleari, organismo composto da fisici di tutto il mondo, insignito del premio Nobel per la Pace per il supporto scientifico fornito al dialogo fra Stati al fine di conseguire i Trattati di controllo sul nucleare militare, stracciati da Stati Uniti e Federazione Russa a causa delle guerre che li vedono contrapposti.

Negli stessi giorni delle esercitazioni nucleari contrapposte e del Pugwash meeting all’ICTP, la Tavola per la Pace del Friuli Venezia Giulia si è attivata con le competenti Prefetture per l’ottenimento dei Piani di emergenza in caso d’incidente nucleare alla base di Aviano e al porto di Trieste. Piani che se esistono, sono secretati o risalgono a vent’anni or sono, mentre la Direttiva europea e la Legge nazionale ne impongono riscrittura e divulgazione alla popolazione.

Alcuni mesi fa è stata presentata alla Procura di Roma una denuncia in base al Diritto interno e internazionale, contro la presenza delle armi nucleari americane nelle basi di Ghedi e Aviano – ormai di pubblico dominio – affinché la Magistratura ne confermi lo stazionamento, l’effettività del loro uso anche da parte di piloti italiani, e le responsabilità relative alla loro importazione e detenzione.

Sussiste infatti in argomento un’importante novità: l’entrata in vigore del Trattato Onu di Proibizione delle Armi Nucleari, sottoscritto da 122 Paesi e ratificato da 70 fra i quali l’Austria Malta e il Vaticano. Trattato che inizia a conseguire nei fatti quanto ipotizzato col Trattato di Non Proliferazione nel lontano 1975, ovvero il Disarmo nucleare, le cui modalità sono state oggetto della Conferenza di riesame nel novembre 2023 alle Nazioni Unite. A differenza di altri Paesi Nato e UE quali Germania Olanda Norvegia Irlanda e Svezia, l’Italia non ha finora partecipato a questi lavori.

Posto che è compito di Italia ed Europa perseguire insieme alla Comunità internazionale la fine di tutti i conflitti – ancor più se potenzialmente nucleari – le esercitazioni svolte sul Friuli Venezia Giulia hanno messo l’Italia e l’Unione Europea in una posizione delicatissima, nel mentre il fronte di guerra si espande dall’Ucraina alla Palestina e le tensioni in Bosnia e Serbia/Kosovo possono preludere a un fronte bellico ulteriore, stavolta interno all’UE.

Tutto ciò premesso, il Consiglio della Regione Friuli Venezia Giulia impegna la Giunta regionale ad intraprendere una diplomazia attiva di Pace, per affrontare insieme alle Regioni dell’Alpe Adria e a tutte le Istituzioni consapevoli del rischio bellico e nucleare incombente, le emergenze esistenziali e umanitarie derivanti da un conflitto generalizzato sul suolo Europeo e sul mar Mediterraneo – con particolare riguardo per il rischio nucleare – anche attraverso l’approvazione di una nuova Legge regionale per la Pace.

Nonché a riaffermare quanto espresso nella Proposta di legge costituzionale per la riforma dello Statuto del Friuli Venezia Giulia, approvata dal Consiglio regionale il 1° febbraio 2005:Il Friuli Venezia Giulia persegue una politica di pace e di dialogo con tutti i popoli; promuove la cooperazione internazionale; ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; sostiene i processi di moratoria delle armi di distruzione di massa.

Per Tavola Pace FVG Alessandro Capuzzo