Missione militare in Mar Rosso: ultime decisioni aumentano rischio di coinvolgimento in escalation

Rete Pace Disarmo ribadisce la propria preoccupazione per la partecipazione italiana alla missione militare in Mar Rosso, che sta per essere decisa senza un passaggio parlamentare e con un coinvolgimento operativo rilevante della Marina Militare italiana

L’eventuale affidamento alle Forze Armate italiane del comando tattico della missione militare europea Aspides nel Mar Rosso è una pessima notizia. L’innalzamento del livello del coinvolgimento italiano nella missione aumenta il pericolo che il nostro Paese rimanga coinvolto, senza nemmeno poterlo scegliere, in una escalation militare non voluta o decisa altrove, che sia a Washington, a Teheran, a Tel Aviv, o in altro luogo.

La missione che dovrebbe essere approvata formalmente dal Consiglio Europeo il 19 febbraio si svolge senza un mandato dell’ONU e senza che sia stata tentata una azione diplomatica volta a proteggere davvero la navigazione, che invece viene messa ulteriormente a rischio proprio dalla militarizzazione. La partecipazione italiana si svolge quindi in contrasto con il dettato costituzionale.
Desta inoltre forte preoccupazione il fatto che il Governo ritenga di poter disporre una missione militare di tale portata senza una discussione e un voto parlamentare, costituendo un pericoloso precedente. Salutiamo con favore che tale discussione e voto sia stato chiesto anche dalle forze di opposizione e nel Parlamento e ci auguriamo che su questa strada si insista.

Ribadiamo, come già argomentato in un nostro precedente comunicato, che la missione Aspides non può in nessun modo essere considerata una mera espansione della missione EUNAVFOR ATALANTA che l’Italia sta svolgendo nel Mar Rosso. Quest’ultima è infatti di tutt’altra natura. Essa è chiaramente collocata all’interno di un quadro ONU sulla base delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza ed è diretta esclusivamente alla scorta dei convogli del Programma Alimentare Mondiale e al contrasto della pirateria e del traffico di droga e di armi. La missione è quindi rivolta alla prevenzione di fatti di criminalità e non è collocata nell’ambito di un conflitto militare internazionale come quello in corso.

Il rischio di escalation militare è inoltre acuito dai bombardamenti statunitensi che, con una palese violazione di sovranità, hanno colpito obiettivi in Iraq, paese ove, all’interno della Missione NATO, è presente anche un contingente italiano che viene così esposto a possibili ritorsioni.
A questo proposito vorremmo sapere se il Governo italiano era stato informato dal Governo statunitense della intenzione di bombardare il territorio di un Paese in cui sono presenti anche forze armate italiane e quali considerazioni abbia manifestato.

Rete Pace e Disarmo chiede che il Governo italiano e quelli della Ue riprendano con decisione la via diplomatica per risolvere alla radice il motivo dell’attuale destabilizzazione e militarizzazione dell’intera regione, attivando tutte le risorse diplomatiche e politiche per fermare la carneficina in atto a Gaza esigendo ed operando nel quadro del diritto internazionale per dare una risposta alle legittime aspirazioni del popolo palestinese garantendo per questa via anche la sicurezza d’Israele.