Attorno alle 17:00, in una tranquilla domenica di Febbraio una decina di donne improvvisano un Flashmob in piazza Castello.

Chiedono ancora una volta che si cessi il fuoco a Gaza.

Per terra bambolotti e fagotti insanguinati simboleggiano i bambini palestinesi spazzati via troppo presto dalle bombe costruite dai grandi.

Le casse diffondono canzoni in arabo , sono parole che misteriosamente ci arrivano dritte al cuore anche se non se ne comprende il significato preciso.

La tristezza e la sofferenza della melodia non hanno bisogno di traduzioni.

Le donne si siedono , lo sguardo abbassato, portano al collo cartelli con i messaggi per il mondo.

“ Basta uccidere bambini , “Cessate il fuoco ora” “ Ho la gola molto secca, sono tre giorni che non bevo” , “ Sono persone, non sono numeri” . Parole di denuncia , parole di sofferenza , parole .

Amina è l’unica sdraiata per terra, col suo pacione ed un fagottino accanto a se. Rappresenta tutte le mamme di Gaza. Lei che è italo palestinese, la tragedia la vive in prima persona . Chissà a cosa starà pensando, per terra , al freddo.

Donna forte Amina, a capo del progetto AISHA , un’organizzazione che si occupa di donne vittime della violenza.

I passanti si fermano a guardare la scena, alcuni leggono i messaggi sui cartelloni, altri applaudono, qualcuno scatta foto o rimane in silenzio .

All’imbrunire due attiviste srotolano un telo bianco, sorretto da due pali di legno.

Ed è a quel punto che nasce una poesia, la poesia del teatro delle ombre , opera dell’artista Anusc e del compagno .

Dietro al telo semitrasparente , sagome di cartone, illuminate da piccole torce , si animano in una danza allegra e triste allo stesso tempo. Una bambina volteggia con un Hula-hop di spine , un bimbo fa volare un aquilone che, anche se bianco e nero, vediamo colorato .

Volti di sofferenza , mani alzate al cielo . E’ uno spettacolo semplice, bellissimo , intenso.

Si fermano in tanti a vedere le ombre danzanti.

I palestinesi sono come ombre dietro un telo. Per un attimo Anusc regala loro un soffio di vita e a noi una speranza .

Una storia non esiste se non viene raccontata.

Foto di Nivaldo Silva Brandao