Ludvig Kahlen è un personaggio realmente esistito. Nacque a Lauenburg,  in Danimarca, intorno al 1700 e morì nel 1774. Su di lui la scrittrice danese Ida Jessen ha scritto il romanzo “Il capitano e Ann Barbara” che ha ispirato il film di Nikolj Arcel, presentato in concorso a Venezia 2023, con il titolo internazionale poco convincente “The promise land”, La terra promessa. Titolo originale era “Bastarden”, che sottolineava come Ludvig Kahlen fosse figlio di una domestica e di un padre nobile che non lo aveva riconosciuto. Condizione di svantaggio che oggi potremmo associare agli strati più poveri, in un mondo le cui disuguaglianze crescono e non sono dissimili da quelle che esistevano in Europa nel secolo XVIII.

Dopo aver combattuto nell’esercito ed essere diventato capitano nell’arco di 25 anni (cosa non da poco, dal momento che Friderik de Schinkel, feudatario suo rivale storicamente esistito, gli disse che un nobile ci avrebbe messo molto meno, saltando ovviamente le facilitazioni del ceto) Ludvig Kahlen volle dedicare il resto della vita a una sfida imprenditoriale contadina, rivoluzionaria per i tempi. Mosso dall’aspirazione a diventare nobile e ricco, Ludvig Kahlen decise di realizzare un utopico progetto del Re di Danimarca Frederik V, ovvero rendere coltivabile la selvaggia brughiera che copriva una vasta area della penisola dello Jutland.

Poiché non chiedeva finanziamenti immediati ma, qualora la titanica impresa avesse avuto buon esito, solo di essere insignito di un titolo e di qualche diritto di proprietà, riuscì ad ottenere il non facile permesso di coltivare quella landa impervia. Mosso dall’invidia per il coraggio dello strano contadino, geloso delle donne che riusciva ad affascinare e timoroso di perdere il potere, il nobile Friderik de Schinkel pretese senza averne diritto che la terra che Kahlen coltivava fosse sua.  Da quel momento tra i due si instaura un duello impari. Riuscirà Kahlen a realizzare i suoi progetti?

“La terra promessa” racconta la parabola di questa battaglia, la quale dati i tempi prossimi alla Rivoluzione Francese può anche essere letta come simbolica lotta di classe e affermazione di un nuovo modo di vivere. Il film è storicamente interessante, anche perché illumina l’esistenza quotidiana dei coloni del tempo, delle classi inferiori la cui vita media si stimava intorno ai trent’anni. Attraverso una bambina nomade dalla pelle scura ci fa conoscere le superstizioni che circolavano, una forma di razzismo che come oggi decretava il rifiuto e l’allontanamento di altri esseri. Attore protagonista è uno splendido Mads Mikkelsen, che con il suo sguardo intenso su un volto grave, i lineamenti forgiati con lo scalpello, incarna il fascino e l’indomita tenacia di chi non indietreggia di fronte alle difficoltà.

 
La terra promessa (2023)
Un film di Nikolaj Arcel con Mads Mikkelsen, Amanda Collin, Gustav Lindh, Magnus Krepper, Kristine Kujath Thorp
Genere: Biografico
Durata: 120 minuti
Uscita nelle sale: giovedì 14 marzo 2024