La Press Emblem Campaign (PEC), organizzazione internazionale per la sicurezza e i diritti dei media, ha condannato l’omicidio del giornalista Ko Myat Thu Tun (detto Phoe Thiha), originario del Myanmar, e di altri sei prigionieri politici da parte della giunta militare che li teneva sotto custodia. La notizia è stata resa pubblica dai media locali dopo l’occupazione del distretto di Mrauk-U, precedentemente assediato dalle forze della giunta, da parte dell’esercito Arakan, un gruppo etnico armato con sede a Rakhine, che ha scoperto i corpi dei prigionieri.

Stando alla dichiarazione rilasciata dall’esercito Arakan, la maggior parte delle vittime aveva meno di 40 anni, ma al momento le date del loro assassinio devono ancora essere confermate. Tra le vittime figurano un ex giornalista del Democratic Voice of Burma, Myat Thu Tun, noto anche con il nome di Phoe Thiha, che ha collaborato anche con altri organi di stampa come 7Day News Journal, The Voice, Development Media Group, ecc., e Ko Kyaw Zan Wai. Era un utente molto attivo sui social, che pubblicava spesso post spiritosi sulla giunta.

“È sconcertante che un giornalista di Rakhine sia stato ucciso dai soldati della giunta che lo teneva in detenzione. Una giunta militare, seppure frustrata, che sta subendo sconfitte in molte battaglie a seguito delle offensive di diversi gruppi armati, deve rispettare i diritti dei civili. Per nessuna ragione il regime militare di Min Aung Hlaing-led a Naypietaw deve arrogarsi il diritto di uccidere una persona che lavora per i mass media. Pertanto, chiediamo che venga avviata un’indagine imparziale sul reato in questione e che i dittatori militari vengano sottoposti alle leggi penali internazionali” ha dichiarato il presidente della PEC, Blaise Lempen.

Il rappresentante della PEC per il Sud-Est asiatico ha informato che Myat Thu Tun, insieme ad altri sei civili, è stato probabilmente ucciso il 31 gennaio da due soldati appartenenti al 378° Battaglione di fanteria leggera durante l’offensiva degli AA nel Myanmar occidentale. I corpi sono stati sepolti all’interno di un riparo antiatomico vicino all’ospedale del distretto. Si è rivelata scioccante la totale assenza di dichiarazione da parte della giunta sul reato perpetrato contro Myat Thu Tun, che era stato arrestato nella sua abitazione pochi mesi fa, così come il silenzio sulla morte, mai comunicata alla sua famiglia.

Traduzione dall’inglese di Maria Sartori. Revisione di Thomas Schmid.