Il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, papa Francesco e Ahmad al-Tayyeb, Grande Imam dell’Università e Moschea al-Azhar del Cairo, firmavano congiuntamente il “Documento sulla Fratellanza umana per la Pace mondiale e la Convivenza comune”. Nel dicembre 2020 fu istituita da parte dell’Onu la Giornata internazionale della Fratellanza umana da celebrarsi il 4 febbraio di ogni anno. Nel febbraio del 2022 fu inaugurata sempre ad Abu Dhabi la Casa della Famiglia di Abramo, un unico edifico all’interno del quale sono presenti una moschea, una sinagoga e una chiesa unite da uno spazio comune per testimoniare che è possibile l’unità della famiglia umana e la convivenza comune nel rispetto e nell’incontro delle differenze. Personalmente, penso che nella città del futuro ci debba essere una grande piazza sulla quale si affacciano un tempio indù, una pagoda, una sinagoga, una chiesa, una moschea, ecc.

Papa Francesco e Ahmad al-Tayyeb si rivolgevano non solo ai credenti, ma a tutti coloro che hanno responsabilità nel determinare le sorti dell’Umanità a livello sociale, economico e politico. “La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare”, è l’incipit del documento; la fede in un credo religioso deve impegnare persone, le comunità e le istituzioni a realizzare la fratellanza e la sorellanza fra gli esseri umani e la pace universale.

Il desiderio e il sogno di una umanità pacificata, a cinque anni di distanza da quello storico evento, sembra essersi infranto a causa del dilagare degli estremismi religiosi e nazionali e dell’intolleranza, dell’ingiustizia sociale, della proliferazione delle industrie belliche e dell’uso della guerra come strumento per risolvere i conflitti tra le Nazioni.

L’ONU, nato dopo la Seconda Guerra Mondiale per debellare il flagello della guerra, ha abdicato alla sua missione originaria. E la follia della guerra, la terza guerra mondiale a pezzi, come l’ha definita papa Francesco, dilaga senza trovare argine e, sempre più, in forma genocida com’è evidente nello sterminio di decine di migliaia di civili palestinesi nella Striscia di Gaza.

In questi giorni si svolge ad Abu Dhabi il IV Congresso Internazionale di “PLURIEL”, la Piattaforma Universitaria di Ricerca sull’Islam che riunisce circa 180 studiosi e ricercatori di 27 Paesi impegnati nel dialogo tra cristiani e musulmani. Nel suo messaggio di apprezzamento per l’iniziativa, papa Francesco sottolinea l’importanza di un dialogo fattivo: “Facciamo in mondo che il nostro sogno di fratellanza nella pace non si fermi alle parole!”. Il Papa insiste sull’importanza della “conoscenza dell’altro”: cambiare l’immagine negativa dell’altro, per evitare di costruire una civiltà dell’“anti-fratello”, ridotto a nemico senza umanità. Per far questo è necessario un cambiamento del linguaggio nell’insegnamento, nei discorsi, nelle pubblicazioni. Sottolinea, inoltre, l’importanza della capacità di ascolto per lo sviluppo dell’intelligenza umana: “Quanti mali si potrebbero evitare se ci fosse più ascolto, silenzio e al contempo parole vere, nelle famiglie, nelle comunità politiche o religiose, all’interno stesso delle università e tra i popoli e le culture!”.

Pierpaolo Loi