Varie organizzazioni della società civile[1] hanno promosso la manifestazione per il cessate il fuoco a Gaza che si è tenuta a Torino sabato pomeriggio a partire dalle ore 15, con l’idea di potenziare le manifestazioni analoghe che si sono tenute in città in questo mese di bombardamenti.

Dal concentramento in piazza Statuto il corteo si è spostato in corso Principe Eugenio, corso Regina Margherita, corso San Maurizio, via Rossini, via Po, per concludersi in piazza Castello alle 1830; gli organizzatori hanno valutato una partecipazione arrivata fino a 2000 persone nei momenti di massima affluenza.

La richiesta di cessate il fuoco per Gaza metteva insieme una serie di anime molto eterogenee che si sono espresse negli interventi dal “palco” in vari punti del percorso; Il corteo non è stato equidistante e nemmeno equivicino[2]: gli interventi si sono distribuiti tra la citazione della campagna di Emergency, Laboratorio ebraico antirazzista – LəA, Mediterranea e Assopace Palestina[3] e lo slogan “Dal fiume al mare la Palestina sarà libera”.

Nessuno ha invocato Hamas, ma la rabbia si è incanalata tutta sullo Stato di Israele, sulla sua politica coloniale, sul suo essere uno Stato che fa dell’apartheid dei palestinesi un elemento fondativo, sullo squilibrio di forza tra IDF ed Hamas che fa somigliare troppo il conflitto ad una forma di pulizia etnica.

Forte la critica ai media main-stream accusati, nell’intervento di fronte alla sede RAI di via Verdi, di riportare acriticamente le veline dell’IDF e dei servizi segreti israeliani, dimenticando i settantacinque giornalisti palestinesi uccisi a Gaza in questi giorni.

Malgrado le difficolta di un lavoro congiunto tra realtà che si conoscono poco, gli organizzatori valutano positivamente l’esperienza di sabato e si ripropongono di organizzare nuovi momenti in supporto alla richiesta di cessate il fuoco su Gaza, cercando di coordinare gli sforzi verso obiettivi comuni.

La fermata di fornte alla sede RAI di via Verdi
Piazza Castello
Piazza Castello

[1] Per il manifesto di convocazione e l’elenco completo di promotori e aderenti https://www.pressenza.com/it/2023/11/torino-ceasefire-now-basta-bombe-su-gaza/

[2] Il concetto di equivicinanza alle vittime del conflitto in Palestina è stato definito da Don Luigi Ciotti nell’intervento conclusivo della fiaccolata del 2 novembre

[3] https://www.pressenza.com/it/2023/11/medio-oriente-appello-per-un-cessate-il-fuoco-permanente-e-una-vera-soluzione-politica/