Milano, domenica 19 novembre: per il quinto anno consecutivo ho partecipato al Transgender Day of Remembrance, giornata mondiale in ricordo delle vittime dell’odio e del pregiudizio contro le persone transgender. La mia prima volta fu un presidio in Piazza della Scala, a Milano, sotto la pioggia. Le candele disposte per terra a formare la scritta TDOR e il numero delle vittime: 369 in un solo anno, il 2019.

Nel tempo è cambiata la modalità, prima un presidio, dall’anno scorso una marcia, quest’anno di nuovo il corteo ma sono cambiati il luogo di partenza e di arrivo. Dettagli rispetto a ciò che purtroppo, anno dopo anno, non si ferma e cresce, rispetto a ciò che vorremmo si arrestasse: il numero delle vittime.

Alle 16.30 la concentrazione in Piazza Duce D’aosta, poi la partenza, il corteo che sfila lungo le vie che separano la Stazione Centrale da Porta Venezia, ma è a quel numero cresecnte che torna la mente. Ogni numero un nome, letto nel silenzio degli astanti, ed ogni nome una vita spezzata.

L’orgoglio, la lotta, la speranza vivono negli interventi che si sono susseguiti e nelle persone presenti in Piazza Lavater, dove il corteo ha concluso la sua marcia.

Negli stessi giorni della notizia dell’efferato femminicidio di Giulia Cecchettin… risuonano le parole di Cristina Torre Cáceres:

Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.

“Brianna aveva 16 anni e da tempo condivideva sui social la sua storia, ed i sempre più incessanti episodi di bullismo che riceveva ogni giorno a scuola a causa del suo percorso di affermazione di genere.

Verrà ritrovata senza vita in un parco e le numerose segnalazioni fatte alle autorità scolastiche e alla polizia precedentemente, non serviranno né a tutelarla né a dimostrare che quello è un crimine di odio, evitando così ai suoi due assassini un’aggravante.

Brianna non è l’unica ad avere una storia simile, ma è una delle poche che è arrivata ai media locali e perciò a noi, che ogni anno cerchiamo di monitorare il numero delle vittime.

Nonostante i dati siano ampiamente sottostimati, ogni giorno muore più di una persona transgender ed il numero è in continua crescita, facendo così aggiudicare al nostro Paese, anche quest’anno, il primo posto in Europa per reati ai danni della comunità transgender”.

Dal Comunicato delle associazioni organizzatrici, Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere (ACET), Sportello Trans di Ala Milano onlus.

 

Foto di Andrea Mancuso