Il terzo scambio di prigionieri è avvenuto ieri con regolarità e secondo i tempi previsti dall’accordo tra il governo israeliano e il movimento Hamas.

Questa volta, i combattenti mascherati con le loro uniformi hanno consegnato le donne ed i bambini israeliani alla CRI nel centro di Gaza city, piazzale Palestina, che diverse volte le truppe israeliane avevano conquistato, per poi ritirarsi.

Una sfida che il portavoce dell’esercito di Tel Aviv, nella sua conferenza stampa, ha taciuto.

Le prime due operazioni di rilascio sono avvenute a Rafah ed a Khan Younis. Gli ostaggi liberati ieri sono 13 israeliani, 3 lavoratori tailandesi e un cittadino che porta la doppia cittadinanza israeliana e russa, che non rientra nel conteggio degli accordi tra Israele e Hamas.

Sono stati liberati in serata dalle carceri israeliane 39 minorenni palestinesi , alcuni residenti a Gerusalemme est, altri di diverse città della Cisgiordania e uno solo di Gaza.

L’autobus che ha caricato i 39 giovani, dal carcere di Ofer si è diretto questa volta a Ramallah, dove i giovani liberati sono stati accolti da una folla festante, con bandiere di tutte le organizzazioni della resistenza palestinese.

A Gerusalemme est l’esercito israeliano ha assediato con decine di soldati le case dei giovani prima della loro liberazione. Le famiglie sono state minacciate di gravi conseguenze in caso di festeggiamenti. Tutti i giornalisti sono stati cacciati e le videocamere sono state rimosse, per non far vedere al mondo lo scambio di prigionieri e la presenza di minorenni detenuti nelle carceri israeliane

Oggi è l’ultimo giorno dell’accordo di tregua umanitaria.

Il Qatar e l’Egitto stanno lavorando a prolungare la tregua per altri giorni per permettere il rilascio di altri prigionieri dalle due parti.

Hamas ha emesso un comunicato nel quale ha espresso la sua disponibilità sia per uno scambio di prigionieri limitato sia per uno scambio generalizzato, “tutti per tutti” con una tregua definitiva; il premier israeliano Netanyahu in un’intervista ha detto che ogni liberato è il benvenuto, senza sbilanciarsi.