L’emergenza climatica in atto, le politiche territoriali che non la fronteggiano e la rendono assai più rovinosa
“Siamo in stato di emergenza…”, declama il Presidente Eugenio Giani il 3 novembre, a commento del disastro causato, il giorno prima, dalla tempesta Ciaran nella Piana di Firenze e anche nella Toscana nord-occidentale.
Ma le rovine e i lutti ora prodotti (che si ripetono con sempre maggior frequenza dopo gli altri del recente passato) sono solo colpa della natura stravolta e violentata dall’inquinamento e dal cambiamento climatico globale, oppure sono frutto perverso anche delle scelte politiche incompatibili, recenti e attuali, di chi gestisce la politica alla scala nazionale e regionale?
Di fronte al disastro appena compiuto, il Presidente Giani non avverte responsabilità di sorta da confessare a sé stesso e ai suoi amministrati?
Negli anni del suo mandato, cosa ha fatto e cosa non ha fatto la Regione (insieme ai Consorzi di Bonifica ed altri organismi delegati e alle autonomie locali singole o aggregate in Unioni di Comuni e in Province) per la manutenzione e la sistemazione razionale degli equilibri ecologico-ambientali (a partire dall’assetto idrogeologico in montagna, in collina e in pianura, con i corsi d’acqua e il sistema microidraulico, con i versanti dei rilievi, con i boschi) e per attuare concretamente, sul territorio, il principio fondamentale, sulla carta garantito da tante belle leggi (a partire dalla Legge
urbanistica e dal Piano paesaggistico regionale), del consumo di suolo zero?
Non vede il Presidente Giani, come me e come tanti altri cittadini, che – nel contesto della tanto declamata, sottoscritta e assicurata Transizione Ecologica – stiamo vivendo, invece, in totale contraddizione rispetto alle belle regole codificate, in una sorta di frenetico ballo da ultima notte del Titanic, con le Amministrazioni Comunali (a partire da quelle di Firenze e di Bagno a Ripoli), così irresponsabilmente ubriacate da fare a gara a prevedere (non nei vecchi ma nei loro nuovi strumenti urbanistici appena adottati!), coll’ancora più irresponsabile e colpevole consenso regionale, una sempre più elevata e stridente colata di cemento: per altro in una Toscana e in un’Italia gravemente colpita dalla decrescita demografica (resa più drammatica dall’invecchiamento della loro popolazione), dalla crisi economica e dalla disponibilità di case vuote o comunque da recuperare e adattare ai nuovi standard di sostenibilità?
E non ha niente da rimproverarsi, il Presidente Giani, riguardo alle sue scelte politiche, a dichiarazioni conclamate, ed azioni a pieno sostegno – generalmente basato sul finanziamento pubblico o su incentivi tratti dalle tasche dei contribuenti – della costruzione del nuovo aeroporto fiorentino (che taglia per oltre 2 km la Piana, sconvolgendo il reticolo idraulico, obbligando a cervellotiche opere sostitutive); del sottopasso TAV di Firenze (che intercetta il Mugnone con effetti imprevedibili); di circonvallazioni autostradali e ponti sull’Arno; di tranvie (anche di dubbia utilità, certamente ipercostose e rovinose quali le fiorentine); di terze torri direzionali; di un complesso militare di 400.00 mc all’interno del Parco Regionale di San Rossore; di rigassificatori, impianti industriali eolici e fotovoltaici impattanti disastrosamente su beni paesaggistico ambientali e su biodiversità (ma anche su assetti consolidati di economie agricole e turistiche legate alla fruizione dolce e lenta del patrimonio territoriale); di tagli di ceduazione sempre più ravvicinati e rovinosi sui boschi anche tutelati (praticamente sottratti ad autorizzazioni e sorveglianza degli enti tradizionalmente deputati), in funzione dell’industria delle biomasse e del ceppato: Il tutto a garanzia dei superprofitti delle grandi imprese nazionali e multinazionali dell’energia?
Italia Nostra – che nonostante la Lettera inviata nel settembre scorso, insieme ad altre associazioni di tutela del patrimonio, è ancora in attesa di una risposta istituzionale – gradirebbe assai poter discutere, anche pubblicamente, col Presidente Giani sul che fare, di fronte ad una “emergenza climatica che distrugge come un esercito nemico” e che va “alimentandosi con le nostre politiche kamikaze, con un perpetrato abuso nel rapporto col territorio, con uno stupro generico e depenalizzato del pianeta” (Stefano Massini, Quelle tre ore di terrore, così ho visto il fiume inghiottire la mia terra, “La Repubblica” del 4 novembre 2023).
Firenze, 4 novembre 2023 Italia Nostra Firenze