La sera di mercoledì 22 novembre migliaia di persone hanno risposto all’appello di Non Una di Meno Genova dando vita a un corteo partecipatissimo nel centro storico della città. Presenti i movimenti antirazzisti, quelli di lotta transfemminista, quelli per i diritti lgbtqia+ e tanti altri. Molti giovani, non solo donne.

In piazza De Ferrari sosta per un minuto di silenzio sedut* per terra, seguita da tanti slogan e tanto rumore per ricordare e denunciare non solo il femminicidio di Giulia Cecchettin, ma anche che chi commette violenza sulle donne non è un malato, ma un “figlio sano del patriarcato”. Molti canti per dire basta agli stupri, alle molestie, ai femminicidi, all’obiezione di coscienza che minaccia il diritto di aborto.

Tra gli slogan più frequenti “Donna, vita, libertà”, in origine curdo, ma usato poi durante le manifestazioni per la libertà delle donne in Iran.

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