È in un mondo sconvolto dall’instabilità e dalle guerre che viene a cadere, quest’anno, la ricorrenza del 16 novembre, la Giornata mondiale della tolleranza. In Europa, dopo il lungo ciclo di guerra nei Balcani e l’aggressione degli Stati Uniti e della NATO alla Jugoslavia (1999), che aveva riportato la guerra nel cuore dell’Europa, la guerra torna nel limes orientale, stavolta nella forma della guerra per procura degli USA e della NATO contro la Russia in Ucraina.

Una guerra che, secondo i dati dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR), ha causato, tra il febbraio 2022 e il settembre 2023, oltre 9.600 morti e oltre 17.000 feriti e della quale, dopo il fallimento della lungamente annunciata controffensiva ucraina, si iniziano a intravedere all’orizzonte i primi, timidi, segnali, del ritorno della diplomazia. Persino un ex segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, ha proposto, tra le altre cose, che l’Ucraina possa aderire alla NATO ma priva dei territori attualmente sotto amministrazione della Federazione Russa, vale a dire non solo le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, ma anche le regioni di Zaporožje e Kherson.

Nel Mediterraneo, la guerra che dallo scorso 7 ottobre sconvolge il Vicino Oriente è, insieme con le ostilità in Siria che non sono cessate, la sconvolgente aggressione da parte di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza, che ha già causato, in poco più di un mese, la morte di oltre 10 mila persone. Le cifre stesse sono impressionanti: dopo le vittime israeliane del 7 ottobre (1400 vittime in Israele), oltre 10 mila vittime a Gaza in poco più di un mese, un numero non molto lontano dalle vittime in Ucraina in oltre diciotto mesi. Questo rende l’idea del tipo e delle modalità stesse della guerra di Israele contro Gaza, ridotta, come ha ribadito il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, a un vero e proprio «cimitero di bambini» e alla quale diversi analisti e osservatori si sono riferiti come «un caso di genocidio da manuale».

C’è dunque spazio per la tolleranza, per la fratellanza e l’amicizia tra i popoli, sovvertite dai piani di guerra e di terrore di élite politiche e classi dirigenti nazionaliste e belliciste, per la soluzione positiva delle controversie e per la trasformazione positiva dei conflitti? Questi spazi vanno immaginati e creati: con la politica, con la diplomazia, con la cultura, con gli strumenti del diritto e della giustizia. La risoluzione che ha istituito la ricorrenza del 16 novembre come Giornata mondiale della tolleranza (Risoluzione 51/95 (1997) dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite) ricorda che «uno degli scopi delle Nazioni Unite, come enunciato nella Carta, è il raggiungimento della cooperazione internazionale nella soluzione dei problemi internazionali di carattere economico, sociale, culturale o umanitario e nel promuovere e incoraggiare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzione di etnia, sesso, lingua o religione».

La risoluzione sollecita «le organizzazioni intergovernative e non governative e le agenzie specializzate a impegnarsi nei rispettivi campi per contribuire al programma di sviluppo a lungo termine dell’Anno della Tolleranza delle Nazioni Unite, compresa la celebrazione della Giornata della Tolleranza, e nel considerare quali ulteriori contributi possano concorrere ad attuare e diffondere gli standard affermati nella Dichiarazione di Principi». Quest’ultima puntualizza che «la tolleranza non è né indulgenza né indifferenza. È rispetto e apprezzamento della ricca varietà delle culture del mondo, delle varie forme di espressione e modi di essere umani. La tolleranza riconosce i diritti umani universali e le libertà fondamentali. Le persone sono naturalmente diverse; solo la tolleranza può garantire la sopravvivenza di comunità miste in ogni regione del pianeta».

Se un compito fondamentale, in questo senso, è svolto dal lavoro e dall’impegno di tutti i costruttori di pace variamente impegnati nei rispettivi ambiti di attività e di lavoro (un contributo fondamentale nella prevenzione della violenza e nella disarticolazione delle matrici, culturali e strutturali, dell’oppressione e della ingiustizia, ma anche nella promozione di una cultura di pace e nella costruzione di contenuti di «pace positiva», pace con diritti umani e giustizia sociale), un contributo decisivo è offerto dalla cultura e dall’istruzione.

Quattro sono infatti, come ricorda l’UNESCO, gli ambiti cruciali per promuovere tolleranza, solidarietà e amicizia tra i popoli contro tutte le forme di oppressione, per proteggere la dignità e l’auto-determinazione dei popoli: la costruzione di una «cultura di pace e nonviolenza»; la realizzazione di una democrazia effettiva e di una piena cittadinanza; la promozione dei diritti umani, in tutte le latitudini e, prima ancora, in tutte le loro generazioni, come complesso indivisibile di diritti di libertà, civili e politici, diritti materiali, economici, sociali e culturali, diritti dei popoli e dell’ecosistema, diritti digitali e dell’informazione; e ancora, non certo per ultime, educazione, inclusione e non-discriminazione. Queste tracce rappresentano, dunque, in occasione della Giornata mondiale della tolleranza, una griglia preziosa: uno strumento in più di lotta contro la guerra e per la pace, di impegno per la promozione dei diritti e la realizzazione della giustizia.

Alcuni riferimenti:

UNESCO, International Day for Tolerance, 16 November: https://www.unesco.org/en/days/tolerance

Office of the High Commissioner for Human Rights, Ukraine: civilian casualty update 11 September 2023, 11 September 2023: https://www.ohchr.org/en/news/2023/09/ukraine-civilian-casualty-update-11-september-2023

Nidal Al-Mughrabi, Gaza death toll tops 10,000; UN calls it a children’s graveyard, Reuters, 6 November 2023: https://www.reuters.com/world/middle-east/pressure-israel-over-civilians-steps-up-ceasefire-calls-rebuffed-2023-11-06

Patrick Wintour, Ex-Nato chief proposes Ukraine joins without Russian-occupied territories, The Guardian, 11 November 2023: https://www.theguardian.com/world/2023/nov/11/ex-nato-chief-proposes-ukraine-joins-without-russian-occupied-territories

Gianmarco Pisa, Genocidio da manuale, Odissea, 10.11.2023: libertariam.blogspot.com/2023/11/genocidio-da-manuale-di-gianmarco-pisa.html