E’ una fiumana di gente quella che sgorga dal piazzale sotto Palazzo Lombardia ieri a Milano. Ha riempito i vasti spazi in cui si è raccolta al quartiere Isola, epicentro della moderna verticalità della città, in cui confluiscono vertici aziendali, amministrativi, economici, bancari, e anche se il modello è più che datato viene chiamato nuovo e vestito di greenwashing.

Ma il re è nudo, e nella spianata si radunano in più di 10.000, al seguito di persone che vivono in campagna, con ex animali da reddito, salvati e restituiti alla propria dignità di individui, accuditi per tutta la loro vita nel rispetto delle esigenze naturali della loro specie.

Il 20 settembre a Sairano, nel pavese, nel Rifugio Cuori Liberi si è consumata una vicenda che tutti hanno potuto seguire in rete, pur disdegnata dagli organi di informazione. Nove maiali – Crosta, Crusca, Dorothy, Pumba, Mercoledì, Bartolomeo, Ursula, Carolina, Spino – sopravvissuti ad un’epidemia di peste suina africana giunta attraverso gli allevamenti intensivi che circondano Cuori Liberi, sono stati terminati ingiustificatamente e crudelmente dai veterinari ATS, dopo che reparti della celere in tenuta anti-sommossa non hanno disdegnato la violenza per smembrare la resistenza passiva e pacifica degli attivisti che con i propri corpi ne proteggevano la vita.

La chiamata a raccolta della Rete dei Santuari di Animali Liberi e di altre associazioni ha suscitato una risposta meravigliosa. Il mondo di chi è sensibile alla vita degli altri animali, tanto variegato e troppo spesso diviso, questa volta ha trovato una grande unità e la partecipazione è stata unanime.

MAI PIU’ e SANTUARI LIBERI le parole d’ordine gridate da una folla variegata, rappresentate ogni età, ogni foggia di capigliatura e abbigliamento, proveniente da tutta l’Italia, con le varie inflessioni nella parlata, chi è in carrozzina ha le mani libere per reggere in alto i cartelli, gli striscioni dei Rifugi e dei Santuari occupano per lo più metà della larghezza del corteo che si snoda per la città, lento e inframezzato dai tanti interventi che si susseguono dal carro degli organizzatori alla sua testa.

Molte le parole di questo universo che può vivere grazie ai propri sostenitori. Santuari, Rifugi, Associazioni, di ogni dimensione e di ogni dove, e tanti cani sciolti. Tra questi, presumo, uno splendido signore anziano dal passo incerto, che con berretto, scarpe da ginnastica e il suo bastone, avanza solo, ma con la determinazione ad andare avanti che mi ricorda la dignità di tanti anziani di montagna.

Qua e là chi in questo ottobre troppo caldo sfoggia un’abbronzatura diversa da quella della spiaggia, la pelle tinta dal sole di chi vive tanto all’aria aperta.

Il successo di questa manifestazione credo sia la trasversalità, poco comune da noi. Eppure, la chiave di volta per rappresentare la resistenza all’ingiustizia di un potere che ha bisogno che ci dimostrriamo ciechi, privi di coscienza critica, anaffettivi e pronti a colmare i nostri bisogni e le nostre motivazioni solo attraverso quello che ci viene proposto. Noi stessi, in un mondo antropocentrico e specista siamo addestrati a fare a meno dell’esperienza diretta, a dimenticarci della nostra pelle e a vivere l’empatia attraverso i canali estranei, web, tv, social, realtà virtuale. Che sarebbero solo strumenti e come tali andrebbero visti. Il contenuto è ciò che è vivo, se merita di esserlo. E questa volta era più vivo che mai.

Alcune foto della manifestazione di Susanna Bonfadini: