Il comitato Salviamo gli alberi di corso Belgio ha convocato un’assemblea ai giardini di piazza Toti per illustrare lo stato della controversia con il Comune di Torino e l’assessore Tresso a proposito del progetto di sostituzione dell’alberata di corso Belgio.

Un po’ di storia

Il progetto comunale per la sostituzione totale dell’alberata di c.so Belgio utilizzando fondi europei a scadenza diventa di pubblico dominio a marzo di quest’anno: la delibera relativa, passata inosservata e sotto silenzio, è del luglio 2022, questo impedisce eventuali ricorsi al TAR che devono essere presentati entro sei mesi dalla decisione.

Un piccolo gruppo di residenti comincia a preoccuparsi della questione, se ne parla in quartiere e subito appaiono delle criticità: la prima è la mancata consultazione preventiva della cittadinanza per una iniziativa così impattante sul territorio, consultazione peraltro prevista dal regolamento del verde urbano della città di Torino. La seconda, il danno in termini di microclima e salute derivato dall’abbattimento di alberi adulti sani per sostituirli con alberi giovani che impiegheranno decenni per raggiungere la dimensione e il contributo sistemico garantito dall’alberata attuale, nell’ipotesi ottimistica che tutti i nuovi alberi riescano ad attecchire.

In un’assemblea pubblica in quartiere il 9 giugno l’assessore Tresso non riesce a convincere i presenti sulla bontà del progetto ed è costretto ad ammettere che gli alberi, esclusi pochi casi peraltro già gestiti, sono in buona salute.

Dal confronto con in comitato salviamo il Meisino prende forma l’idea di creare un comitato per la difesa dell’alberata, comitato che nasce il 12 giugno al termine di un’assemblea pubblica a cui partecipano ottanta persone; in quartiere vivono diversi professionisti motivati (avvocati, medici, botanici, esperti in comunicazione, ecc.) che danno un prezioso contributo tecnico alle iniziative del comitato.

Le strategie per difendere l’alberata

il presidio permanente di corso Belgio

A marzo viene lanciata una petizione che raccoglie 11.000 firme.

L’inizio dei lavori per abbattere gli aceri di corso Belgio è programmato per il 26 giugno: il comitato si organizza per difendere gli alberi con l’interposizione dei corpi dei residenti. L’ ”allegra opposizione” provoca la sospensione dei lavori, non la loro cancellazione. Da quel giorno il comitato organizza un presidio permanente per difendere gli alberi ed informare i residenti.

Nel frattempo, viene presentato ricorso al Tribunale di Torino contro il progetto di sostituzione dell’alberata, ricorso basato sul principio che l’abbattimento degli alberi incide direttamente sulla salute di chi vive in quartiere.

Il giudice ha accettato la giurisdizione sul caso: ha inizialmente richiesto uno sforzo per trovare una conciliazione “politica” che si è rilevata impossibile ed in seguito nominato tre periti, due di parte ed uno neutrale per valutare il caso. I periti dovranno depositare le loro considerazioni entro il 5 febbraio e sulla base delle tre perizie il giudice deciderà sulla questione.

In sintesi

Il lavoro del comitato rappresenta un esempio dell’importanza dei cittadini organizzati per spingere le istituzioni, in questo caso il Comune di Torino, ad ascoltare le istanze della base sociale, anche per correggere errori e storture che nascono da lontano. Che il progetto di sostituzione delle alberate sia un danno per la collettività, nel migliore dei casi compensabile solo dopo decenni, lo hanno scoperto sulla loro pelle gli abitanti di corso Umbria, i primi a sperimentare quest’estate le conseguenze delle modifiche nel microclima della via dopo la sostituzione dei frondosi aceri con i piccoli peri.

Per il momento il lotto dei lavori di corso Belgio è sospeso, il quartiere si è riscoperto e compattato, la gente è uscita dalle case, piazze e giardini sono ritornati ad essere luogo di incontro ed assemblea. Gli attivisti del comitato considerano tutto ciò già un successo, indipendentemente dalla conclusione della vicenda.

Quello di Corso Belgio è solo uno dei comitati di difesa del verde pubblico e dei beni comuni che sono nati a Torino, comitati che si sono riuniti del coordinamento Resistenza Verde, per unire le forze e condividere le esperienze.