Il Comitato Cividino-Quintano – nato per tutelare la cittadinanza di queste frazioni, le cui necessità primarie vengono costantemente ignorate dall’Amministrazione Comunale – esprime forte contrarietà alla realizzazione dell’impianto di recupero e smaltimento di rifiuti, che verrà realizzato a Cividino in Via Badie, 8, a seguito dell’infausta autorizzazione concessa dall’Amministrazione Comunale il 31 marzo 2021.

A nulla sono valse le centinaia di firme raccolte dai cittadini di Cividino e Quintano (frazioni del comune di Castelli Calepio), durante la primavera del 2021, contrarie a tale iniziativa. L’Amministrazione Comunale, capeggiata dal sindaco Giovanni Benini, le ha completamente ignorate, come il 30 giugno 2021 ha respinto la mozione delle minoranze consiliari che chiedevano la revoca, in autotutela, dell’autorizzazione concessa alla ditta proponente.

Trattasi di un impianto per la gestione di rifiuti (materiale edile, stradale, …) da demolizione che accoglierà non solo i conferimenti dei materiali di risulta provenienti dai cantieri edili posti sul territorio comunale, ma anche da altri Comuni. “E questo ci preoccupa particolarmente” – affermano gli attivisti del Comitato – “Progettualmente è previsto un conferimento massimo di 150.000 tonnellate all’anno di rifiuti, il loro trattamento e la rivendita del prodotto riciclato, con un impatto enorme anche da un punto di vista viabilistico (numerosissimi saranno i camion che ogni giorno accederanno all’impianto per il conferimento e usciranno dall’impianto con i prodotti trattati). Inevitabili le emissioni in atmosfera di polveri, odori, acustiche, anche se la ditta proponente si è impegnata, per quanto possibile, al contenimento delle stesse. Il tutto in un’area prossima al centro sportivo comunale ed a terreni agricoli.” – riporta il volantino diffuso dal Comitato.

Innumerevoli sono gli studi sul danno che le polveri sottili hanno sull’ambiente e sulla salute, sia umana che animale, che da anni affermano come queste siano l’origine di quelle che da anni la scienza ha definito come “nanopatologie”. Un team interdisciplinare di ricercatori provenienti dal dipartimento di Ematologia degli Ospedali Riuniti Marche Nord, dall’Università di Urbino e dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche (ARPAM) di Pesaro ha pubblicato nel 2016 sulla rivista Leukemia Research i risultati di uno studio[1][2] sul ruolo delle nanoparticelle nello sviluppo delle leucemie acute.

L’inquinamento da nanoparticelle si basa su microscopici frammenti di sostanze chimiche inorganiche presenti nell’aria che respiriamo o che possiamo ingerire attraverso alimenti contaminati. Tra le sostanze che compongono le nanoparticelle ricordiamo, ad esempio, il piombo, lo zinco, il rame, il fosforo, il ferro, l’alluminio, il nichel, il titano, il rame. Si misurano in nanometri ovvero miliardesimi di metri e, proprio grazie alle loro dimensioni infinitesimali, riescono a penetrare nelle cellule, eludendo il sistema immunitario, e a raggiungere il nucleo, provocando mutazioni del DNA.

La presenza di nanoparticelle nell’organismo, spesso associata alla comparsa di tumori e la particella PM2.5, è stata classificata come “cancerogeno” di Classe 1 dalla International Agency for Research on Cancer (IARC), agenzia parte della World Health Organization.

Il sito per il trattamento dei rifiuti nella frazione di Cividino sarà grande 22.000 metri quadrati, confinerà con il centro sportivo, con un’azienda agricola produttrice di latte per consumo umano, a meno di 200 metri dalle abitazioni e sopra il pozzo di acqua potabile delle due frazioni. Fanno bene dunque i cittadini di Cividino e Quintano e gli attivisti del Comitato omonimo a preoccuparsi per gli effetti postumi che potrà avere questa discarica sulla loro salute, in quanto le nanopatologie rappresentano pericolo reale per la salute pubblica. Dove c’è una discarica o un deposito di rifiuti industriali c’è sempre un rischio ambientale e la localizzazione di qualsiasi sito di lavorazione o deposito di rifiuti industriali – anche non pericolosi – dovrebbe essere svolta il più possibile dalle abitazioni, dalle scuole e dai luoghi frequentati dalle persone. Gli incidenti e la violazione delle regole non possono essere esclusi e il “principio di precauzione” deve essere il faro che guida la politica, sebbene negli anni si sia spogliata di lungimiranza.

“Premesso che la ditta proponente persegue un proprio interesse legittimo, per cui in questo momento nulla si può imputare ad essa, la responsabilità dell’Amministrazione Comunale è gravissima: la richiesta di ampliamento dell’attività produttiva da parte della ditta proponente era stata presentata in variante al P.G.T. e quindi il Comune poteva, senza neppure doverlo motivare, esprimere il proprio diniego, proprio perché l’intervento non era contemplato dal vigente P.G.T. che la medesima Amministrazione aveva approvato a suo tempo. Invece no, è stata data soddisfazione ad un interesse particolare in contrasto con l’interesse generale della collettività. Se l’Amministrazione Comunale avesse respinto l’istanza del privato, questa storia sarebbe finita prima ancora di cominciare e nulla avrebbe potuto pretendere, a titolo di indennizzo, la ditta proponente, essendo nella piena facoltà del Comune dire di no”.

“Il Comitato – ha dichiarato l’attivista Massimiliano Chiari – manterrà alta l’attenzione e confida nel pieno sostegno dei cittadini: l’aver autorizzato la realizzazione dell’impianto in parola in prossimità al centro sportivo comunale è di una assurdità tale che si commenta da sola”.

[1] Visani G, Manti A, Valentini L, Canonico B, Loscocco F, Isidori A, Gabucci E, Gobbi P, Montanari S, Rocchi M, Papa S, Gatti AM, Environmental nanoparticles are significantly over-expressed in acute myeloid leukemia, Leuk. Res. 2016; 50: 50–56. doi: 10.1016/j.leukres.2016.09.004

[2] Visani G, Loscocco F, Isidori A, Nanomedicine Strategies for Hematological Malignancies: What Is Next?, MedScape, Nanomedicine. 2014; 9 (15): 2415-2428