Juan María Jaúregui, politico socialista spagnolo, dal 1994 al 1996 Governatore civile di Guipuzkoa, venne assassinato nel 2000 a Tolosa, all’età di quarantanove anni, da un commando dell’ETA. I responsabili furono catturati e condannati a 39 anni di carcere. La moglie di Jaúregui, Maixabel Lasa, un anno dopo la sua morte, per il suo attivismo fu nominata dal governo basco direttrice della Oficina de Atención a las Víctimas del Terrorismo. Nel 2014 Ibon Etxezarreta, l’uomo che aveva ucciso Juan María Jaúrequi, nel quale il carcere aveva provocato un profondo ripensamento, chiese di poterla incontrare.

Maixabel Lasa è nota per essere stata tra i primi, contro il parere di altri, ad aver accettato il faccia a faccia con gli assassini.  “Una donna di nome Maixabel” descrive il percorso emotivo del terrorista e della sua vittima per giungere a questo non facile appuntamento. Porta a conoscenza della psicologia che aveva spinto a uccidere alcuni giovani, illusi sino al fanatismo: agivano per ordine dei capi senza informarsi su chi fossero gli uomini da giustiziare. Quei capi che, una volta conosciuti in carcere, scoprirono essere delle nullità.

Il film illumina sulla parabola che portò l’ETA, nata nel 1958 come associazione studentesca clandestina a sostegno dell’Indipendentismo basco, alla cessazione della lotta armata il 20 ottobre del 2011, dopo essere stata responsabile della morte di oltre ottocento esseri umani.  Lo stesso Juan María Jaúregui, negli anni giovanili, aveva fatto parte dell’ETA per poi uscirne nel 1972 poiché non ne approvava i metodi violenti.

Icíar Bollaín, la regista, dice del suo lavoro: “Attraverso questi personaggi, il film esplora le conseguenze della violenza e il suo costo umano; nello specifico per chi la subisce, ma anche per chi la esercita e per la società in cui si insinua”. Una storia vera, raccontata bene e con umanità, capace di tenere alta l’attenzione e trasmettere senza retorica come la forza bruta non serva e quanto invece, per la convivenza civile, siano proficui il dialogo e la comprensione del prossimo.

Una donna chiamata Maixabel (2021).
Un film di Icíar Bollaín con Blanca Portillo, Luis Tosar, María Cerezuela, Urko Olazabal, Tamara Canosa.
Genere: storico, suspense.
Durata: 115 minuti.
Produzione: Spagna 2021.
Uscita nelle sale: giovedì 13 luglio 2023