È morto nelle scorse ore Fakhri Marouane. Si trovava al Policlinico di Bari dove era stato ricoverato a fine maggio, dopo essersi dato fuoco mentre si trovava nel carcere di Pescara. Il ragazzo, di 30 anni, era testimone al processo per quella che è stata definita la “mattanza” del carcere di Santa Maria Capua Vetere quando, il 6 aprile 2020, decine di detenuti subirono violenza da parte di agenti di polizia penitenziaria. Fakhri era uno di coloro che quelle violenze le aveva subite.

“Il suo suicidio è un fatto tragico – dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. L’ennesimo fatto tragico che interessa le carceri italiane dove, dall’inizio del 2023, si sono suicidate già 39 persone detenute. Un numero ancora una volta enorme che prosegue nella scia di quello registrato nel 2022, quando furono 85 le persone a togliersi la vita in un istituto di pena”.

“Ancora una volta – prosegue Gonnella – l’arrivo dell’estate sta facendo registrare un aumento di questi episodi. Dall’inizio di giugno se ne contano già 11. L’anno scorso, solo il mese di agosto furono 16. Per questo c’è bisogno di provvedimenti immediati e urgenti: riempire la vita nelle carceri di attività anche in questi mesi, garantendo l’accesso di volontari; dare alle persone detenute la possibilità di effettuare telefonate e videochiamate ogni giorno con i propri cari; contro il caldo garantire la presenza di ventilatori e frigoriferi nelle celle. Il grande numero dei suicidi registrato lo scorso anno aveva acceso l’attenzione sul mondo delle carceri, c’è bisogno di tornare a parlarne e garantire che, questa volta, le buone intenzioni si trasformino in atti concreti”, conclude il presidente di Antigone.