Libano-Siria
La presenza degli sfollati siriani rifugiati in Libano sta diventando un problema politico a Beirut.
Le campagne razziste contro la loro presenza sono state contrastate da manifestazioni di solidarietà.
Il governo ha preso la decisione di rimpatrio per tutti coloro che non sono in regola o senza documenti.
La scorsa settimana sono stati rimpatriati 50 persone entrati in territorio libanese tramite i passatori, seguendo passaggi illegali.
Appena rientrati sono stati prelevati dalla sicurezza siriana e sono finiti in carcere.
Acnur e Amnesty International hanno contestato le misure coercitive di rimpatrio.
I partiti di destra sfruttano la crisi economica, che ha ridotto in misera le famiglie libanesi, per addossare la responsabilità alla presenza dei campi profughi siriani.
In Libano, con una popolazione di 6 milioni di abitanti, ci sono oltre 2 milioni di sfollati siriani, la maggior parte dei quali non è registrata all’ACNUR e di conseguenza per sopravvivere questi siriani sono costretti al lavoro nero.
Da qui nasce la campagna xenofoba che alimenta la guerra tra poveri.
A questo aspetto sociale, si aggiunge la dimensione confessionale.
La quasi totalità dei profughi siriani sono sunniti e la loro presenza sconvolge l’equilibrio confessionale libanese.