Ieri al Campus di UniTo si è tenuto un convegno indetto dal CUA (Collettivo Universitario Autonomo) con la partecipazione dell’ANAAO e di Medicina Democratica

Hanno partecipato:
– Vittorio Agnoletto, Medicina Democratica
– Federico Greco, co-regista del film “C’era una volta in Italia”
– Chiara Rivetti, Segretario ANAAO Assomed Piemonte

Il CUA, presidio universitario antifascista, conferma, con questa iniziativa dedicata al Sistema Sanitario Nazionale Universale, una linea di pensiero e di azione costituzionalmente orientata.

Il docufilm “C’era una volta in Italia”, sottotitolo “Giacarta sta arrivando”, per la regia di Federico Greco e Mirko Melchiorre, è stato proiettato in una sala gremita, un lungometraggio davvero molto bello, un’ora e quaranta che scorrono in un attimo, una sceneggiatura molto ben concepita e un montaggio davvero molto ben fatto, un documento imperdibile per coloro che hanno a cuore la sanità pubblica.

E’ il primo film italiano sulla sanità pubblica, nel 2007 Michael Moore realizzò Sicko, il suo film sulla sanità americana, questo però è più bello, e lo è davvero.

Prima della proiezione Greco ha affermato: “Non credo che sia il film che vi aspettate”, ed è proprio così, volutamente non ne sveliamo i contenuti per preservare la sorpresa allo spettatore. Il film fornisce, nel ritmo incalzante del montaggio, un’esaustiva chiave di lettura sul disegno di privatizzazione della sanità pubblica.

“Visti gli argomenti – in teoria – ostici, ci abbiamo messo un po’ di intrattenimento, un ingrediente che in genere nel film impegnato non viene utilizzato. Si ride, si piange, ci s’incazza, si frena, si accelera”.  ha poi continuato il co-regista. Si esce anche con un, sacrosanto, senso di ingiustizia.

Tra i protagonisti ci sono nomi di spicco mondiali come Roger Waters e Ken Loach, ci sono anche Gino Strada  e Vittorio Agnoletto: Medicina Democratica è notoriamente molto attiva nella difesa della sanità pubblica e della sua universalità.

Si tratta di un disegno voluto da un’egemonia oligarchica economica mondiale, che individua nella sanità pubblica una straordinaria fonte di profitti.

Questo disegno, peraltro compiutamente realizzato negli Stati Uniti, parte da lontano e ha visto un importante laboratorio nei paesi del terzo mondo. In Italia il laboratorio è la Calabria, dove progressivamente sta scomparendo anche il privato convenzionato per lasciare spazio ad una sanità esclusivamente a pagamento. In Italia sono stati chiusi circa 200 ospedali, una perdita complessiva di più di 200.000 posti letto ospedalieri, è stata smantellata anche la sanità territoriale, con una conseguente pressione di fatto insostenibile sui pronto soccorso: una tempesta perfetta, molto ben orchestrata.

In Piemonte sono stati tagliati circa 1.500 posti letto e mancano 1.000 medici ospedalieri, come ha dichiarato Rivetti ai nostri microfoni.

Ora l’ultima frontiera del progressivo smantellamento del SSN è la carenza di personale: la creazione di fatto di un ambiente di lavoro invivibile, che rende impossibile lavorare anche per coloro che per vocazione rimangono, gli altri si licenziano per lavorare a gettone.

Appare evidente l’epilogo: arrivare ad una sanità pubblica italiana completamente bloccata, inefficiente, per poi definirla irriformabile. Si tratta di un disegno costituzionalmente eversivo, e per proprietà transitiva, visto che la Costituzione è il pilastro sul quale si fonda lo Stato, di un disegno eversivo contro lo Stato, contro i cittadini che lo compongono quindi, la cui cinghia di trasmissione è bipartisan, consociativista, ne fa parte a tutti gli effetti anche il centro “sinistra”, in un’Italia dove nessuno paga politicamente per i gravissimi errori.

Quando si tratta di sanità si parla di vita o di morte, negare il diritto alla cura universale gratuita è negare un diritto fondamentale (in Italia costituzionale) dell’individuo, ecco perché la tesi del film è che si tratti di crimini contro l’umanità portati avanti da un’oligarchia economica spietata, il cui disegno implica il travalicare anche gli Ordinamenti degli Stati.

Agnoletto ai nostri microfoni ha sottolineato l’effetto di fatto devastante che ha l’impiego “a gettone” dei medici nei reparti. Aspetto sottolineato anche da Rivetti che al termine dalla proiezione ha posto l’accento sull’importanza del lavoro di equipe, di medici che lavorano insieme da tempo, denunciando che l’impiego di medici a gettone deteriora l’efficacia e la qualità delle cure fornite ai pazienti e l’ambiente di lavoro ospedaliero, con l’effetto ulteriore di demotivare i medici dipendenti del SSN inducendoli a licenziarsi e diventare a loro volta gettonisti.

L’appello di tutti è stato all’unione, alla convergenza tra sindacati e cittadinanza in difesa della sanità pubblica, Agnoletto ha annunciato una manifestazione nazionale, in contemporanea con tutte le grandi città del mondo, a Milano in piazza Duomo, sabato 1° aprile alle ore 15.

Le dichiarazioni di Federico Greco:

 

Le dichiarazioni di Vittorio Agnoletto:

 

Le dichiarazioni di Chiara Rivetti: