“La decisione di bloccare la vendita di auto a diesel e benzina dal 2035 è sicuramente un passaggio importante verso il raggiungimento dell’obiettivo emissioni zero, ma rende ancora più centrale e critica la questione del rispetto dei diritti umani nella filiera del cobalto, materiale fondamentale per la creazione di batterie a ioni di litio usate in veicoli elettrici. La transizione ecologica non può avvenire sulla pelle e il sangue di centinaia di migliaia di adulti e bambini sfruttati nelle miniere della Repubblica Democratica del Congo”. Così Giulia Cicoli, Direttrice Advocacy di Still I Rise, commenta la notizia che da giorni è al centro del dibattito a livello nazionale e internazionale.

Attraverso l’approvazione dell’accordo sugli obblighi di riduzione delle emissioni di CO2, il Parlamento Europeo ha stabilito che a partire dal 2035 tutte le nuove auto immesse sul mercato dovranno essere a emissioni zero. Nonostante manchi ancora la ratifica formale del Consiglio, il voto del Parlamento rappresenta un forte incentivo per il mercato dell’auto elettrica, rendendo ancora più urgente un’efficace regolamentazione di tutta la filiera: l’estrazione del cobalto, essenziale per la produzione delle batterie agli ioni di litio, è ancora troppo spesso caratterizzata da inaccettabili violazioni dei diritti umani.

Nel sud-est della Repubblica Democratica del Congo, dove si concentra il 50-70% dell’estrazione mondiale di cobalto, i minatori sono infatti sottoposti a sfruttamento e ingenti rischi per la salute. Molti di loro sono bambini e minori, che subiscono regolarmente violenze e mutilazioni, e sono costantemente esposti alla pericolosa polvere di cobalto per una paga di 1 o 2 dollari al giorno.

Still I Rise ha una conoscenza diretta di questa piaga: dagli inizi del 2022, ha infatti avviato nella Repubblica Democratica del Congo una Scuola di Emergenza e Riabilitazione per strappare bambine e bambini dal lavoro minorile nel distretto minerario di Kolwezi.

Proprio per cercare un cambiamento e una regolamentazione dei controlli su tutta la filiera da parte dell’Unione Europea, l’organizzazione sta portando avanti già da alcuni mesi una campagna per introdurre controlli sistematici e indipendenti nella filiera del cobalto. La petizione “Basta bambini minatori” ha già raccolto oltre 41 mila firme su Change.org.

Già ad oggi considerato uno dei materiali critici per il suo ruolo strategico nella transizione ecologica, il cobalto è infatti destinato a un incremento di produzione vertiginoso: secondo stime del Parlamento Europeo, la domanda globale di batterie potrebbe aumentare di 14 volte da qui al 2030, con il fabbisogno per l’UE che rappresenterebbe il 17% del totale.

Il cambiamento in atto nell’industria automobilistica rende dunque ancora più rilevante il dibattito europeo sul nuovo quadro di due diligence, attualmente in corso in Commissione, affinché ci sia una costante attenzione regolamentata contro le violazioni dei diritti umani.