Umanità, dove sei? Cosa abbiamo fatto della bontà?

Il 6 febbraio un forte terremoto ha colpito la Turchia e la Siria, causando 45.000 morti in Turchia, 6.000 in Siria e circa 120.000 feriti in entrambi i Paesi. Sei dipartimenti (wilayas) in Turchia e quattro in Siria sono stati completamente distrutti o spazzati via. Le aree curde su entrambi i lati del confine tra i due Paesi sono state particolarmente colpite da questo devastante terremoto.

Descritto dall’OMS come “la più grande catastrofe naturale di questo secolo”, il terremoto ha colpito, secondo i dati delle Nazioni Unite, 39 milioni di persone, tra cui 7 milioni di bambini, devastati, traumatizzati, per lo più senza genitori e senza un tetto sopra la testa….

Difronte a queste cifre sconcertanti, che non sono ancora definitive perché le macerie sono ancora in fase di rimozione, il mondo dei diritti umani, chiamato libero e democratico, non si è allarmato oltre misura. Le reazioni sono state lente e tardive… Se sappiamo che al momento in cui scriviamo, il 12° giorno del disastro, altre 2 persone sono state estratte vive da sotto le macerie in luoghi diversi, possiamo farci un’idea del numero di vite umane che avrebbero potuto essere salvate…

Davantiquesto tragico contesto, dovuto a una catastrofe naturale le cui drammatiche conseguenze sono state amplificate dalle azioni umane, desideriamo esprimere la nostra solidarietà alle popolazioni colpite, turche, siriane e curde, che vivono in una situazione di sofferenza, shock e indigenza in pieno inverno.

Invece di fare un piano di emergenza internazionale per aiutare tutte le vittime di questo terremoto, si è iniziato a stabilire preferenze tra i sepolti, mentre il valore inestimabile della vita umana dovrebbe essere al di là di qualsiasi forma di ideologia o di potere… Siriani e turchi stanno ancora lottando disperatamente per estrarre le vittime dalle macerie e per garantire ai sopravvissuti la vita contro la fame ed il freddo terribile.

Aiutare le popolazioni colpite e fornire massicce risorse salvavita è una responsabilità urgente per tutti i Paesi “ricchi” e “sviluppati”, amanti della libertà e della giustizia, la ricchezza dei loro miliardari ha fatto di nuovo passi da gigante negli ultimi due anni e i profitti delle loro grandi multinazionali sono aumentati lo scorso anno tra il 10 e il 20%, grazie, tra l’altro, alle numerose guerre in corso nel mondo.

La decisione di Washington di congelare per sei mesi le sanzioni economiche contro la Siria non ha avuto seguito; sul campo, i 900 soldati statunitensi dispiegati in Siria, nella base Nataf situata nel mezzo del più grande giacimento petrolifero del Paese, al-Omar, nella provincia di Deir Ez-Zor, non hanno mosso un dito. Da parte sua, l’Unione Europea si mantiene così com’è. Inaccettabile. L’Unione Europea deve prendere una decisione per la revoca imperativa e immediata delle sanzioni economiche imposte alla Siria nel suo complesso. Questa decisione sarebbe in linea con il rapporto pubblicato lo scorso novembre dal relatore speciale delle Nazioni Unite.

Dodici giorni dopo il terremoto, il lavoro di soccorso e di assistenza e il ripristino di condizioni di vita di base provvisorie sono ancora inimmaginabili, per non parlare dell’immensa opera di ricostruzione. Si ha la sensazione che l’umano non abbia trovato spazio nelle alte sfere del potere. L’Umanità, in quanto comunità di abitanti della Terra consapevoli di vivere insieme, ha fallito ancora una volta di agire secondo giustizia.

Desideriamo esprimere la nostra personale solidarietà alle popolazioni colpite!

Gli aiuti internazionali saranno una sfida importante nelle settimane a venire e gli Stati devono essere all’altezza del compito. L’attuale mancanza di solidarietà globale, soprattutto da parte dei Paesi ricchi, più interessati a rafforzare il loro potere bellico globale, dimostra che le nostre società devono recuperare la capacità di essere società “buone”, preoccupate di costruire catene di solidarietà tra gli abitanti della Terra. La giustizia e la bontà devono determinare le priorità delle nostre società.

La VITA per tutti è un diritto universale, espressione della fraternità che ci rende responsabili (in modo solidale) dell’intero futuro dell’umanità.

Marwan Abdel- Al, scrittore/ Palestina

Anwar Abou Aiche, ancien ministre de culture / Palestine

Abla Abu-Elbe, ex membro del Parlamento / Giordania

Haytham Abulez Hariri, deputato / Egitto

Alain Adriaens, ambientalista / Belgio

Mario Agostinelli, fisico, presidente di “Laudato sii…” / Italia

Associazione Città della Gioia, Napoli / Italia

Guido Barbera, presidente CIPSI / Italia

Marcelo Barros, teologo, educatore / Brasile

Rafic Boujdaria, medico / Tunisia

Antonio Bruno, educatore / Italia

Paolo Cacciari, scrittore, ambientalista / Italia

Martine Chatelain, insegnante / CND/Québec

Carmelo Corso, insegnante, Convenzione dei diritti del Mediterraneo / Italia

Roberto D’Ambrgio, architetto / Italia

Alain Dangoisse, educatore, presidente dell’Associazione 21 / Belgio

Fabrizio Di Giovanni, conduttore di Radio Itineraria / Italia

Laura Di Lucia Coletti, insegnante / Italia

Anibal Faccendini, direttore della cattedra sull’acqua dell’Università di Rosario / Argentina

Ettore Fasciano, attivista, Verona / Italia

Paolo Ferrero, ex ministro del Lavoro / Italia

Alfio Foti, presidente de L’Altra Storia e di L’Altra Storia e la Convenzione dei Diritti del Mediterraneo / Italia

Pierre Galand, ex senatore, presidente dell’Unione europea / Belgio Nord/Sud / Belgio

Massimo Gatti, vicepresidente dell’ANPI provinciale del Lodigiano / Italia

Lilia Ghanem, redattrice di “The Ecologist” in arabo / Libano

Melissa Gringeau, attivista ecologica per l’acqua, “La Boisselière” / Francia

Mamdouh Habachi, architetto, fondatore del movimento Kifaya(Enough) / Egitto.

Wajih Hamoud, ingegnere, attivista per i diritti umani / Siria

Abdel-Karim Hannachi, professore / Tunisia

Luis Infanti de la Mora, vescovo di Aysen, Patagonia cilena / Cile

Hoda Kamel, scrittrice / Egitto

Hussein Kobeissy, filosofo, traduttore / Libano

Michele Loporcaro, agricoltore e attivista / Italia

Kim Le Quang, attivista ambientale, “Rise for the Climate” / Belgio

Maurizio Montalto, avvocato, “Blue Community” / I Italia

Loretta Moramarco, avvocato / I Italia

Roberto Morea, Transform Europe / I Italia

Roberto Musacchio, ex europarlamentare, Transform Italia / Italiaa

Issam Neeman, ex ministro, avvocato / Libano

Maria Palatine, artista, arpista / Germania

Christine Pagnoulle, prof. Università di Liegi, linguista, ATTAC / Belgio

Nicola Perrone, CIPSI, direttore “Solidarietà internazionale” / Italia

Riccardo Petrella, professore emerito, Università di Lovanio / Belgio

Pietro Pizzuti, artista, attore / Belgio

Anne Rondelet, laureata in letteratura comparata / Belgio

Silvana Risi, attivista per i diritti umani / Italia

Domenico Rizzuti, ex dirigente sindacale, Università di Roma / Italia

Consiglia Salvio, educatrice, comitato campano per l’acqua / Italia

Roberto Savio, fondatore di Inter Press Service e presidente di “Altre Notizie” / Italia “Altre Notizie” / Italia

Bbassam Tahan, artista / Siria

Dalila Taleb, ex deputata / Algeria

Bernard Tirtiaux, scrittore, scultore / Belgio

Philippe Veniel , sociologo, fondatore de “La Boisselière” / Francia

Najah Wakim, deputato / Libano