« Sintetizzando al massimo, due sono le cause dei guai del mondo:

Entrambi i fattori non possono restare in crescita ancora per molto tempo » [1].

Guido Dalla Casa, scrittore ecologista, non si è perso in giri di parole ed è andato subito al sodo del problema sull’emergenza ecologica e climatica del pianeta.

Lo ha fatto pur nella consapevolezza di come « nel mondo moderno, lo sviluppo è visto come un tabù intoccabile, una divinità ».

E proprio per questo convinto dell’opportunità di « qualche considerazione in controtendenza ».

Guido Dalla Casa: i “sacerdoti” della crescita continua hanno torto

D’altro canto, spiega Dalla Casa, « i “sacerdoti” dello sviluppo », sin dalla seconda metà dell’ottocento, sostenevano che « la crescita economica avrebbe fatto terminare la fame e le guerre ».

Ancor oggi, tuttavia, viviamo in un mondo popolato di conflitti e dove fame e povertà sono lontani dall’essere sconfitti.

E’ evidente, quindi, che « non ci siano dubbi perlomeno sul fatto che c’è qualcosa che non va in questo “sviluppo” ».

Ad esempio, « la forbice fra “ricchi” e “poveri” si è sempre allargata: con la crescita economica, il solco aumenta e non diminuisce ».

In definitiva, lo “sviluppo economico” all’infinito, « l’aumento del fluire dei beni materiali attraverso il processo produrre-vendere-consumare, l’aumento dei consumi » non han dato per tutti i risultati sperati.

E forse proprio non può offrire i risultati annunciati: « L’idea che lo sviluppo costituisca sempre un miglioramento non ha validi fondamenti », per Guido Dalla Casa.

Fonte:

[1] Sinistra Libertaria, tratto da: Filosofia-ambientale, dicembre 2003, Guido Dalla Casa (n.1936), “Che cos’è lo sviluppo: Analisi di un mito”.

L’articolo originale può essere letto qui