E’ da poco trascorsa la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità (che si celebra il 3 dicembre ) e con l’occasione gli esperti dell’Osservatorio Nazionale della Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso l’Università Cattolica di Roma, hanno fatto il punto sulla condizione delle persone con disabilità che abitano nel nostro Paese. Sono quasi 13 milioni, spesso vivono da sole e i servizi loro dedicati sono scarsi, come pure le risorse stanziate a loro favore (28 miliardi di euro, quasi tutti impiegati per erogare pensioni – dati 2018): sono le persone disabili in Italia, assistite spesso da famiglie sempre più in difficoltà, perché devono sopperire alle mancanze delle istituzioni nazionali e locali. In più, nel nostro Paese quasi una persona disabile su tre (32,1%) è a rischio di povertà.

Dei quasi 13 milioni, oltre 3 milioni sono inoltre in condizione di grave disabilità e tra le persone con grave disabilità, quasi 1.500mila ha una età superiore a 75 anni (fonte ISTAT).

Le condizioni di salute e psicologiche di queste persone sono molto spesso precarie: il 58,1% delle persone con disabilità grave si dichiara in cattive condizioni di salute, il 6,2% lamenta problemi di depressione. I problemi di salute sono acuiti dalle difficoltà con le quali le persone con disabilità hanno accesso alle cure, come testimonia il fatto che il 15,7% ha rinunciato, nel corso dell’ultimo anno, a prestazioni o cure sanitarie per motivi economici. Inoltre, queste persone sperimentano molto spesso anche il ritardo con cui accedono alle cure: il 21,3% delle persone con disabilità lamenta questo problema.

Le famiglie con disabili si trovano a sostenere frequentemente costi per le cure: il 79,2% quelle che affrontano spese mediche, il 91% quelle che acquistano medicinali e il 33,1% che affrontano spese per le cure dentistiche. Tutte queste voci di spesa hanno un’incidenza più elevata per le famiglie con disabili rispetto al resto delle famiglie e molto spesso rappresentano per esse un onere pesante.

Circa un terzo delle persone con disabilità grave vive da solo; tra gli ultrasettantacinquenni la quota sale al 42%. Si tratta di dati molto preoccupanti, poiché palesano una diffusa condizione di vulnerabilità che coinvolge un numero elevato di persone, le quali non possono contare sull’aiuto di un familiare. Il problema più grave è la perdita di autonomia: infatti l’11,2% degli anziani (1 milione e 400 mila persone) ha gravi difficoltà in almeno un’attività di cura della persona, soprattutto tra gli ultrasettantacinquenni (1 milione e 200 mila). In questa fascia di età un anziano su cinque riporta tali difficoltà.  Sono soprattutto le attività domestiche pesanti quelle in cui gli anziani perdono l’autonomia (29,8% degli anziani), seguite dalle attività che implicano una certa autonomia fisica, come fare la spesa (17,0%). In difficoltà anche nelle attività più leggere, come la gestione delle risorse economiche e delle attività amministrative che riguarda il 13,5%, preparare i pasti nell’11,5% dei casi. Il 7,3% degli anziani ha gravi difficoltà nel prendere le medicine (8,5%) e usare il telefono (7,3%).

Per la disabilità nel 2018 sono stati spesi circa 28 miliardi di euro. L’Italia presenta un rapporto tra spesa per la protezione sociale e Pil superiore alla media registrata nell’Unione Europea (e simile a quello di Svezia, Germania e Paesi Bassi), ma destina poche risorse alla disabilità. Il modello di welfare italiano si caratterizza per una tipologia di interventi basati sui trasferimenti economici, quasi tutte pensioni, piuttosto che servizi; in particolare su 28 miliardi di spesa quasi 27 sono trasferimenti monetari, pari al 96,4% della spesa totale. Nei principali Paesi europei la quota di trasferimenti si attesta intorno al 70%.

Sono principalmente i trasferimenti pensionistici a sostenere queste persone e nel 2019 il reddito medio di un pensionato con disabilità è stato pari a 15 mila e 500 euro lordi. Gli importi medi più elevati si riscontrano nel Nord, dove si attestano a circa 17 mila euro annui; sotto i 14 mila euro, invece, la pensione lorda per una persona con disabilità nel Mezzogiorno.

Solo l’11,9% delle persone con disabilità è occupato; la scarsa partecipazione al mondo del lavoro, quindi la ridotta capacità di produrre reddito, fa sì che le famiglie in cui vivono persone con disabilità abbiano seri problemi economici. A questo proposito i dati evidenziano che una famiglia con almeno una persona con disabilità percepisce, mediamente, un reddito medio equivalente pari a 19 mila 500 euro annui, circa 1.000 euro in meno di quello delle famiglie senza persone con disabilità, pari a 20 mila 589 euro. Inoltre, per effetto delle ingenti spese che le famiglie devono sostenere per le cure e l’assistenza, il reddito è largamente insufficiente per il loro fabbisogno. Infatti, il 32,1% delle persone con disabilità è a rischio di povertà o di esclusione sociale e circa un quinto è in condizione di grave deprivazione materiale. Si tratta di famiglie che non sono in grado di spendere per riscaldare adeguatamente l’abitazione, affrontare una spesa imprevista di 800 euro, di consumare un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, o concedersi una settimana di vacanza.

Questi dati accendono una luce sulle condizioni di vita delle persone con disabilità, ma non bastano. C’è bisogno di conoscenze sempre più puntuali e approfondite, perché non puoi combattere ciò che non conosci, perché per migliorare la vita delle persone con disabilità e per implementare le politiche sul tema è fondamentale conoscere tutti i dati.

E proprio per conoscere maggiormente le condizioni di vita delle persone con disabilità  è nato Disabled Data, un nuovo progetto promosso da Fight the stroke in collaborazione con On Data e Sheldon Studio. La piattaforma si presenta diramandosi in due percorsi: da un lato racconta e approfondisce tutti quei dati associati alla disabilità, dall’altro supporta i cittadini nella ricerca e nella comprensione dei dati attualmente disponibili, come descritto nell’articolo 31 – intitolato Statistiche e raccolta dei dati – della Convenzione ONU sui diritti delle Persone con disabilità, approvata dall’Assemblea Generale il 13 dicembre 2006 e ratificata dall’Italia con la Legge 18 del 3 marzo 2009.

I dati riportati sono estratti da ISTAT e EUROSTAT, rafforzati e divulgati, diminuendo così il numero di piattaforme che una persona deve visitare per ottenere statistiche ufficiali. Sono presentati in maniera semplice, intuitiva e accessibile a tutti attraverso un pannello di controllo che permette di avere a colpo d’occhio tutte le informazioni in maniera chiara.

I dati sono disponibili per tutti a questo link e accessibili nella grafica e nei contenuti anche a persone con disabilità visive.