Rubrica settimanale su eventi e fatti in Sicilia -a cura RedPA-

 

Premio Letterario Castelfiorentino: Buttitta, poeta in piazza

In pochi lo ricordano, ma in occasione dell’anniversario della nascita di Ignazio Buttitta (Bagheria, 19 settembre 1899) il  Premio Letterario Castelfiorentino ha riportato alla memoria il «Poeta siciliano, poeta popolare, “poeta in piazza” che ha legato la sua produzione letteraria a un forte senso civile rivolto alla sua terra d’origine. Il testo che abbiamo scelto, all’ insegna di un rivissuto motivo cristologico, è in questo senso emblematico. Ma analogamente significativa é una lirica di Buttitta in cui la lingua e il dialetto (anzi, la lingua e il “dialettu” secondo il titolo) sono messi a confronto e dal paragone si sviluppa tutta una serie di considerazioni e riflessioni che allargano subito, con forza ed incisività, la specola d’indagine in chiave sociologica, societaria e politica, attribuendo al fatto linguistico alla base della disamina un ruolo portante, di massimo rilievo, e in un senso modernissimo, non distante dalle coeve prospettazioni pasoliniane in difesa di quei patrimoni linguistici in estinzione, dovunque sopraffatti dal centralismo di un italiano massificato e televisivo del neocapitalismo»:

“Un populu  / mittitilu a catina / spughiatilu / attuppatici a vucca / è ancora libiru. // Livatici u travagghiu / u passaportu / a tavula unnu mancia / u lettu unnu dormi, / è ancora riccu. // Un populu / diventa poviru e servu / quannu ci arrubbanu a lingua / addutata di patri: / è persu pi sempri…”.

Buon incontro con la poesia di Ignazio Buttitta!

cumunicato

 

Assemblea NoGuerra Palermo: “ la vostra guerra non la subiamo “

Palermo, oggi alle ore 18:00 –  Laboratorio Andrea Ballarò (Largo Rodrigo Pantaleone, 9)

È  una questione di sopravvivenza non più rinviabile, rompere con la propaganda militarista e tutte le guerre, soprattutto dentro l’educazione scolastica. Sappiamo che le Forze Armate italiane stanno investendo molto per entrare nelle scuole Da tempo accendiamo i fari sui problemi delle scuole, in particolare, contro il PCTO di ragazze e ragazzi occupati dentro le fabbriche senza alcuna sicurezza: con oggi sono tre i ragazzi che hanno perso la vita tutti verso la chiusura della formazione L’occupazione militare continua a pesare sulle popolazioni civili inermi con sottrazione di luoghi pubblici, riduzione degli spazi di agibilità democratica e protagonismo civile, penalizzazione economica, danni ambientali e notevoli rischi per la salute. Contro la Guerra quotidiana che Stato e Padroni ci fanno, alla Morte noi rispondiamo riaffermando la nostra Voglia di Vita. Ci vediamo per rilanciare le iniziative del 23 Settembre per ribadire la nostra opposizione alla Guerra.

comunicato

 

Ultimi giorni di campagna elettorale: due iniziative di Unione Popolare a Palermo

Oggi a Piazza Giuseppe Verdi (events – ore 22) si terrà uno degli ultimi appuntamenti della campagna elettorale di “Unione Popolare”, per le elezioni politiche del 25 settembre, voto che interesserà oltre quattro milioni e mezzo di siciliani. All’iniziativa sarà presente Luigi De Magistris, portavoce nazionale di “Unione Popolare”, con i candidati siciliani della lista. Domani in piazza Sant’Anna (events ore 17:30) incontro pubblico organizzato nell’ambito della campagna elettorale per l’imminente suffragio. Argomento dell’incontro sarà, in occasione del 40esimo anniversario dell’entrata in vigore della Legge Rognoni-La Torre, quello del contrasto alla corruzione e alle mafie.

 

Mediterranea Saving Humans Palermo: “Dentro in mare partendo da terra”

Mercoledì ore 19:00, presso booq- bibliofficina di quartiere a Palermo (Piazza Kalsa, 31), assemblea pubblica, per raccontare il festival a Napoli dello scorso Agosto, il direttivo, i progetti, la prossima missione, per incontrarci e costruire una nuova stagione dell’equipaggio di terra di Palermo. L’iniziativa è aperta alla cittadinanza.

news

 

All’Officina popolare si parlerà di lavoro: “diritti e salario minimo e DDL antidelocalizzazioni”

Palermo, giovedì ore 17:30 – via Giacomo Del Duca 4

L’Italia è l’unico paese in Europa dove, dal 1990, i salari sono diminuiti. Negli ultimi 30 anni i lavoratori e le lavoratrici povere sono passati dal 26 al 33%. In inglese si chiamano “working poor”: gente che resta povera anche se lavora! Questi dati, già sufficienti per bocciare la classe politica italiana, trovano i numeri più tragici nella nostra Sicilia e in tutto il Meridione. Oggi ricevere proposte di lavoro a 2€, 3,50€, 4€ all’ora purtroppo è la normalità, al punto che non è difficile trovare annunci di questo tipo online o nelle bacheche dei negozi.  Lavorare per restare sulla soglia di povertà è la condanna per chi decide di restare in un territorio che ormai sembra non avere più nulla da dare. La disoccupazione giovanile (15-29 anni) in Sicilia tocca circa il 40%, mentre la media europea è del 7%.
Questo porta ad un’emigrazione giovanile elevatissima in Sicilia, con circa 10.400 siciliani che abbandonano la propria regione per cercare condizioni di lavoro migliori. Basti pensare che nell’ultimo decennio sono 220.000 le persone che hanno abbandonato la Sicilia. Numeri terrificanti, che vanno totalmente ribaltati.

comunicato

 

Per Giuliano, Per Giuseppe, Per Lorenzo. Il 23/09 Sciopero Mondiale per il Clima per riaffermare ancora una volta che non c’è giustizia climatica senza giustizia sociale: “la nostra è una lotta per la vita!”

Palermo, venerdì 23 ore 9:00 – Teatro Massimo (Piazza Verdi)

Venerdì scorso, in un’azienda del veneziano è morto Giuliano, diciottenne studente di un istituto tecnico di Portogruaro. Stava svolgendo uno stage per acquisire crediti scolastici, mentre una lastra di metallo, cadendo, gli ha schiacciato gli arti inferiori procurandogli ferite mortali. È il terzo ragazzo, in meno di un anno, a morire durante lo svolgimento di uno stage.

L’alternanza scuola-lavoro rappresenta un modello lavorativo, o per meglio dire di sfruttamento, che è funzionale al mantenimento di questo sistema ingiusto e mortifero. La devastazione e depredazione del capitalismo, passano attraverso l’insegnamento di uno specifico tipo di lavoro, insegnamento al quale dobbiamo sottrarci se vogliamo lottare per una reale giustizia climatica.

Abbiamo l’urgenza, imposta dalla crisi climatica, di uscire dal paradigma del profitto e della produttività sfrenata ad ogni costo, perché si è dimostrato un modello sociale insostenibile ai fini di una vita dignitosa su questo Pianeta. La scuola, in questo senso, deve smetterla di riprodurre nozioni e soggettività che non si pongono in contrasto alla nocività di questo sistema. I responsabili che hanno provocato la morte di Giuliano, e degli altri studenti prima di lui, sono gli stessi che perpetrano il tipo di società e di lavoro che ci stanno portando verso il collasso eco-climatico. Va estirpato questo sistema di valori marcio, dalle sue fondamenta, a partire dai luoghi in cui si formano i giovani.

comunicato Studenti palermitani

 

La Comune: “Donna, vita e libertà”. Presidio in favore della mobilitazioni in Iran dopo la morte di Mahsa Amini. Scendiamo in piazza!

Palermo, venerdì 23 ore 16,30 – davanti Libreria Feltrinelli (via Cavour)

Da quattro giorni l’Iran è scosso da moltitudinarie mobilitazioni. Sono soprattutto ragazze e ragazzi, a riversarsi nelle piazze di città: sulle loro bocche il nome di Mahsa Amini, giovane di origine kurda, morta a 22 anni dopo essere stata arrestata a Teheran il 13 settembre dalla polizia morale per una ciocca di capelli fuori dal velo. È la prima volta che donne e uomini si ritrovano insieme a dare vita a manifestazioni di tale portata contro il velo obbligatorio e la brutalità della repressione patriarcale e teocratica verso il genere femminile. Ci sono studentesse che bruciano il velo mentre gli studenti fanno loro da scudo, alcune si tagliano i capelli in segno di protesta. Risuonano gli slogan: “Donna, vita e libertà”, “Noi tutti siamo Mahsa, lottiamo assieme!”, “Non abbiate paura, siamo tutti insieme”, “Lottiamo, moriamo ma ci prendiamo l’Iran”, “Dal Kurdistan a Teheran l’Iran sanguina”, “Fino a quando la vergogna di uccidere per il velo?” 

Le forze armate rispondono con lacrimogeni e proiettili: ad oggi si contano 5 morti, 250 arresti e 75 feriti ma le proteste continuano e ci dicono di rabbia, speranza e coraggio, ci chiamano a reagire. 

Per Mahsa, per la libertà delle donne, per i giovani in lotta, contro il regime iraniano e l’oppressione patriarcale.  

 

Libertà di movimento e autodeterminazione per tuttə! No razzismo, No Frontex. Benefit per le spese legali del foglio di via: serata di autofinanziamento

Catania, venerdi 23 ore 19:30  –  Baraccio (via Antonio De Curtis, 34)

Lo scorso 24 agosto, la questura di Catania ha dato un foglio di via di un anno dal comune etneo a un attivista perché indagato per l’imbrattamento della sede dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex che si trova in città. Frontex è uno dei primi responsabili delle stragi che stanno trasformando il Mediterraneo in un cimitero. Tra droni, motovedette, aereoplani e radar, Frontex da anni condanna decine di migliaia di persone a morire in mare o a restare bloccate nel gelo dei balcani, esponendo persone sopravvissutə al viaggio alla violenza delle varie polizie locali e della “guardia costiera” libica.
Frontex è un’industria di guerra, che fino al 2027 riceverà 5,6 miliardi di euro dall’Unione Europea per essere più efficace nell’identificare, criminalizzare, rimpatriare e lasciare morire. E’ un’agenzia cinica, spietata e vigliacca, visto che pensa di poter operare in silenzio e nell’invisibilità: a Catania la sede di Frontex, la seconda in Europa, si nasconde alla città, nell’ex ufficio dell’anagrafe, impaurita.
E’ quindi anche per questo motivo che la questura si sta vendicando sulla persona che ipotizza abbia semplicemente scritto su un muro la verità che “Frontex uccide”.

La repressione statale passa per l’uso del foglio di via, una misura amministrativa che opera una punizione preventiva sulla base di quelli che di fatto sono pregiudizi, ma che ha il potere di allontanarti di forza e repentinamente dal posto in cui tessi relazioni politiche e ti organizzi con altrə.
Il foglio di via sta colpendo sempre di più lə attivistə, in tutte le parti di Italia, operando come mezzo di censura e intimidazione. Ma il foglio di via avvelena quotidianamente anche la vita delle persone migranti, condannate da leggi razziste e ingiuste all’irregolarità e alla marginalità sociale e lavorativa. Venditori ambulanti, persone senza fissa dimora, sex workers, giovani delle periferie etichettatə come “baby gang” e più in generale coloro che son poverə non possono essere cacciatə dalle nostre città solo perché lottano per sopravvivere. Eppure è proprio questo che è stato voluto dal PD di Minniti quando, nel 2017, ha introdotto il DASPO urbano.
Alle gravi imposizioni sulle nostre vite date dalla gestione governativa della pandemia, si aggiunge il crescente uso di queste misure repressive. Ciò deve preoccupare chiunque e spingerci a mobilitarci per la difesa delle libertà di tuttə, non solo perché il fascismo sta per tornare a governare questo paese, ma perché siamo immerse in una guerra globale che ci stanno facendo pagare a carissimo prezzo. Di fronte a tutto questo, dobbiamo tuttə difendere la possibilità di organizzarci, protestare e opporci.

Il 15 settembre abbiamo organizzato un’assemblea aperta con la città. Per ribadire, assieme, che “Frontex uccide” e che Catania, città aperta e solidale, non può tollerare la presenza di questa agenzia di morte, che si è installata in centro al posto dell’anagrafe, togliendoci un servizio pubblico che deve tornare ad essere accessibile per i quartieri del centro storico. Frontex deve andarsene da Catania, oltre che chiudere ovunque.
Per ricordare che fogli di carta non possono espellere le persone dal tessuto sociale in cui vivono o vogliono stare, né criminalizzare chi lotta per un mondo più giusto. Nessun foglio di via: né per chi è ostaggio del regime di frontiera, né per chi lotta contro di questo. Per chiarire che la repressione non ci fa paura e che le intimidazioni non fermano la complicità tra chi resiste a questo incubo di violenza e miseria in cui ci stanno portando i grandi capitali e lo stato che li difende.

La nostra mobilitazione contro razzismo, repressione e frontex non finisce qui

Per discutere degli appuntamenti futuri, vi aspettiamo per una serata di autofinanziamento per le spese legali Venerdì 23 al Baraccio, in via Antonio de curtis 34 (CENA vegetariana organizzata dal collettivo di cucina “Dof rek” e a seguire KARAOKE libero – Antirazzistə catanesi)

comunicato   OfficinaRebelde CataniaArci Melquiades et al.

 

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