Torino è da anni una città multiculturale e Porta Palazzo ne è il centro nevralgico. È il punto di arrivo, di incontro e di partenza per moltissime persone di diverse provenienze. È un luogo con energie e potenzialità enormi: un patrimonio materiale e immateriale, fatto di commerci e perciò fonte di sostentamento per molti, ma allo stesso tempo di relazioni, confronti, conflitti e contraddizioni, scenario e raccoglitore di storie umane che attraversano l’Italia e il mondo intero, in cui la stratificazione delle migrazioni ha lasciato segni indelebili.

La peculiarità del luogo ha fatto sì che nel corso di quasi due secoli vi si radicassero realtà di aiuto, enti caritatevoli e associazioni di sviluppo sociale. La povertà non è mai scomparsa dal quartiere, sono piuttosto cambiati i soggetti che il mercato più economico della città vede protagonisti in differenti periodi: i contadini piemontesi come il monferrino Cirio, i meridionali, gli stranieri. Tutti hanno cominciato qui il loro percorso, a volte rivolto a un futuro di affermazione sociale, altre alla sconfitta delle proprie aspirazioni. Sono arrivati, si sono conquistati un ruolo nel territorio, almeno uno spazio, sono quasi sempre poi partiti.

L’idea di valorizzare questo tessuto relazionale, associativo, esperienziale e progettuale ha dato vita, dopo circa un anno di lavoro a Porta delle Culture: un centro culturale di fatto che, con il lavoro delle Associazioni del territorio e l’impegno di singoli interessati al tema delle migrazioni, vuole far emergere e promuovere tutte quelle iniziative che concorrono alla definizione di un vero e proprio museo delle Migrazioni a Torino. Un museo che nasce dal basso, dalle esperienze dei soggetti migranti e di tutti coloro che aiutano a realizzarne una narrazione.

Adiacente al ricco ed elegante centro città, Porta Palazzo rappresenta una marginalità fatta di tante diversità, fatiche, sporcizia, disordine apparente, che può rivelare a uno sguardo profondo, quello che il progetto vuole far esprimere, mostrare e comunicare.

Come? Facendo emergere una realtà di fatto già esistente, quella del centro culturale diffuso di Porta Palazzo, nel quale la condizione di povertà si fa ingegno e tanti soggetti solidali si ritrovano impegnati su diversi fronti, in definitiva paralleli.

Porta delle Culture mette in rete le realtà che si occupano principalmente di migranti.

I luoghi deputati ad ospitare l’abbozzo di quello che si andrebbe definendo come un Centro culturale delle migrazioni a Porta Palazzo, e poi un vero e proprio Museo delle migrazioni della città, già esistono e sono le sedi di tante associazioni, enti, realtà solidamente presenti nel perimetro del quartiere. Innanzitutto Porta delle Culture si appoggia al Centro culturale italo-arabo Dar Al Hikma che è disponibile ad offrirsi come base per un futuro museo della trasformazione della città. attraverso i flussi migratori. Un museo che sarà, nello stesso tempo, un “luogo” di confronto, d’incontro e di valorizzazione di quanto viene fatto sul territorio.

Per conoscere meglio il progetto e le realtà che ne fanno parte in questa fase iniziale, è online da poche settimane il sito www.portadelleculture.it.

Inoltre due iniziative saranno l’occasione per presentare pubblicamente e ufficialmente il progetto.

  • Sabato 18 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, Bizzeffe e Migrantour Viaggi Solidali vi guideranno alla scoperta del progetto PORTA delle CULTURE. La passeggiata è gratuita e partirà dal Ponte del carbone (ponte pedonale sulla Dora all’altezza di Lungo Dora Firenze). Info e prenotazioni: migrantour.torino@viaggisolidali.it – cellulare 3423998171
  • Mercoledì 22 giugno, ore 21.30, presso l’Arena Monterosa in via Brandizzo 65, proiezione del film “Ghiaccio” di Tomaso Clavarino (Italia 2020, 70′). Interviene il produttore Tommaso Caroni di ActingOut, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato; prima del film Daniela Brina di Casa Umanista, Karim Hsikou di Bizzeffe e Hassan Khorzon di Migrantour presenteranno il progetto Porta delle culture.

Kebba, James, Edward, Seedia, Lamin e Joseph sono sei richiedenti asilo nati e cresciuti in Gambia e in Sierra Leone che vivono nelle valli del Nord, dove i paesi si spopolano e il clima non di certo ospitale. La loro vita è monotona, hanno poco o nulla da fare. Una monotonia rotta solamente da un’attività molto popolare tra le valli pinerolesi quanto inconsueta per dei ragazzi africani. Trailer del film. (Ingresso intero 5,00 Euro, ridotto 4,00 Euro). L’evento è inserito nel programma Barriera a Cielo Aperto 2022.