Oggi nel primo pomeriggio si è svolto un presidio del Comitato Acqua Pubblica davanti alla sede dell’Autorità d’Ambito della Città Metropolitana di Torino in c.so Vittorio Emanuele 18

L’Autorità d’Ambito è l’ente di governo d’ambito a cui è trasferito l’esercizio delle competenze spettanti agli Enti Locali per l’organizzazione del servizio idrico integrato, ivi compresa la programmazione delle infrastrutture idriche. Rappresenta 307 Comuni del territorio torinese.

Oggi alle 14.30 era convocata una seduta dell’Autorità con questo ordine del giorno.

Solo Smat (Società Metropolitana Acque Torino, che serve quindi solo Torino e provincia, n.d.r.) ammette che ogni anno perde 93 milioni di metri cubi d’acqua. Sono 5 laghi di Avigliana svuotati ogni anno. Possiamo permetterci questo con ciò che sta succedendo intorno (la siccità che sta colpendo il Piemonte, n.d.r.)? Chiediamo ai nostri Sindaci di stare un po’ più attenti all’ambiente, al clima, all’acqua.” Ha dichiarato Mariangela Rosolen ai nostri microfoni.

Presente al presidio anche Fausto Cristofari, Segretario provinciale di Rifondazione Comunista.

Le rivendicazioni del Comintato Acqua Pubblica:

La Conferenza dei sindaci di AT03 convocata oggi 30 giugno 2022, non reca all’ordine del giorno nessun argomento riguardante il fenomeno della siccità né le sue conseguenze sull’approvvigionamento idrico del nostro territorio.

La siccità, gli sprechi e una sconsiderata concezione dell’acqua come risorsa inesauribile hanno portato ad una crisi idrica mai vista da chi vive a queste latitudini.
Non si tratta di un evento occasionale. La comunità scientifica ritiene ormai strutturali gli effetti del cambiamento climatico, ed il tema della carenza d’acqua e della disomogenea distribuzione delle precipitazioni nel corso dell’anno si porrà in futuro con sempre maggiore urgenza.

Sono ormai evidenti le responsabilità di un sistema di gestione caratterizzato da una decennale mancanza di pianificazione e investimenti infrastrutturali, perché piegato ad una logica privatistica che punta esclusivamente alla massimizzazione del profitto mentre il surriscaldamento globale e i relativi cambiamenti climatici riducono la disponibilità dell’acqua per uso umano, per l’agricoltura e più in generale per l’ambiente.

D’altra parte, i dati ISTAT sulle perdite delle reti idriche sono impietosi: nel 2015 si attestano al 41 ,4% a livello nazionale (47,9% il tasso di “dispersione” fotografato nel 2019). È evidente che più che allo stato delle reti, si è guardato all’andamento delle azioni.

I soldi ci sono ma sono utilizzati per remunerare gli azionisti (pubblici e privati) non per investire e/o abbassare la tariffa.
Non è più possibile cullarsi nell’idea che la dispersione nel nostro territorio sia al di sotto della media nazionale e dunque non sia necessario intervenire: il 35% di dispersione ammesso dall’AT03 (ma secondo i nostri calcoli è del 56,27%) non è tollerabile.

E’ indispensabile e urgente procedere ad una drastica riduzione dello spreco idrico con la sostituzione delle vecchie tubature, ma anche ad una forte campagna rivolta all’utenza per ridurre gli sprechi e creare una cultura del rispetto e della tutela dell’acqua, nell’interesse nostro e delle future generazioni.

Chiediamo ai nostri Sindaci, responsabili per legge del governo del Servizio Idrico che se ne facciano carico e imprimano da subito una radicale inversione di tendenza rispetto al modello attuale con tre misure prioritarie che si possono realizzare in tempi brevi:
destinare gli utili delle aziende che gestiscono il servizio idrico alla ristrutturazione delle reti idriche;
ammodernare gli impianti di irrigazione in agricoltura (ad es. irrigazione a goccia) e utilizzare le acque piovane;
incentivare la realizzazione di reti idriche duali e l’installazione di dispositivi per il risparmio idrico nell’edilizia di servizio, residenziale e produttiva.

Le dichiarazioni di Mariangela Rosolen, esponente del Comitato Acqua Pubblica:

Le dichiarazioni di Fausto Cristofari, Segretario provinciale di Rifondazione: