Un rapporto dell’UNCTAD (United Nations Conference on trade and development) del 16 marzo di quest’anno cerca di fare un’analisi e delle previsioni sulle conseguenze della guerra in Ucraina sul commercio internazionale, più specificamente sui commerci fondamentali, cibo e carburante.

Le conclusioni sono preoccupanti: oltre alle devastazioni ed alle sofferenze che la guerra provoca per l’Ucraina ed il suo popolo sono prevedibili conseguenze devastanti a livello mondiale, soprattutto per i paesi più poveri e le fasce sociali più deboli dei paesi ricchi.

Russia ed Ucraina insieme coprono una parte cospicua del mercato dei prodotti alimentari di base. Per citare alcuni esempi, il 53% della produzione mondiale di olio di semi di girasole, il 27% della produzione di grano, il 23% della produzione di orzo, il 16% della produzione di semi di colza ed il 14% della produzione di mais. Tale produzione risulta bloccata dal conflitto per la parte ucraina, fortemente limitata dalle sanzioni per la parte russa.

Questa improvvisa carenza di beni alimentari primari provocherà secondo tutte le previsioni un aumento dei prezzi, generando carestie di cui si cominciano a vedere gli effetti: ad esempio, il Libano è già in crisi alimentare per la carenza di grano, analoghi problemi si manifestano in Tunisia e la preoccupazione si estende su tutti i paesi del nord-africa, esasperando le tensioni sociali che già sono al limite.

Sul costo dei prodotti alimentari peserà naturalmente l’aumento dei prezzi dei carburanti, principalmente causato dalle sanzioni internazionali nei confronti della federazione russa che è il secondo produttore mondiale di petrolio, e dei prodotti chimici necessari per la produzione di fertilizzanti.

In ultimo, secondo il rapporto dell’UNCTAD, la congiuntura internazionale spingerà nuovi investimenti verso i combustibili fossili a scapito di quelli previsti per la transizione verde rendendo impossibile il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei gas serra.

Una motivazione in più per moltiplicare gli sforzi per raggiungere la pace.