Alle sollecitazioni del presidente Al-Sissi ad un dialogo nazionale non sono seguiti passi concreti da parte del Parlamento e delle istituzioni, per l’individuazione degli spazi di confronto.
Gli annunci presidenziali sono stati accolti con prudenza dai partiti di opposizione legali attivi all’interno.
La bolla mediatica sembrava un’operazione di propaganda di facciata, ad uso e consumo delle diplomazie occidentali.
A prendere sul serio l’invito misterioso di Al-Sissi è la direzione internazionale dei Fratelli Musulmani (FM).
Dal suo esilio volontario svizzero, il milionario Yussuf Nada, portavoce mondiale del movimento, ha affermato la disponibilità di aprire un tavolo di confronto.
In una lettera aperta, pubblicata sul sito ufficiale della FM, Nada ha scritto: “Malgrado le sofferenze, le nostre porte sono aperte, ma chiediamo che venga cancellato il torto subito e rilasciati i detenuti”.
In occasione delle feste per la fine del ramadan, il presidente Al-Sissi ha emanato un’amnistia per 3273 detenuti.
Tra di loro 3 giornalisti che dal 2020 erano in carcere per accuse fotocopia di pubblicazione di notizie false, ma non sono mai stati presentati davanti ad un tribunale.
Al-Sissi ha anche riportato in vita la commissione parlamentare consultiva, preposta a segnalare i nominativi dei detenuti per l’amnistia.