Pubblichiamo l’intervento di Ketty Giannilivigni dell’UdiPalermo (nonché nostra redattrice), letto nel corso del presidio domenicale delle donne per la pace, appuntamento settimanale che diverse associazioni del movimento pacifista si danno alla Statua della Libertà in piazza Vittorio Veneto a Palermo

 

Cara Dana,

condividiamo la gioia per la tua liberazione definitiva e ti auguriamo una rapida rinascita nei luoghi e con le persone che ti vogliono bene e a cui vuoi bene.

Il nostro pensiero corre anche alle compagne e ai compagni che continuano a subire le misure coercitive e auspichiamo che anche per loro arrivi al più presto la gioia di poter circolare e respirare liberamente.

La libertà di dissentire dalle scelte belligeranti del ceto politico e dalle dinamiche di un’economia mondiale disumana oggi riguardano anche noi donne e uomini che in questa piazza ci dichiariamo pacifiste e pacifisti dinanzi a statisti che, anziché trovare soluzioni diplomatiche alla guerra in Ucraina, finanziano le imprese delle armi e gli eserciti mercenari.

Per questo non possiamo far passare sotto silenzio quello che è accaduto il primo maggio a Torino dov’è stato impedito con la forza brutale alle manifestanti e ai manifestanti che si oppongono alle politiche del governo italiano di partecipare democraticamente alla manifestazione.

Per questo siamo vicine alle Mamme in piazza per la libertà di dissenso che ci hanno raccontato la loro amarezza come testimoni oculari di quella violenza inaudita.

Ci sentiamo vicine anche alle Madri Contro l’operazione Lince che difendono le figlie e i figli dalle imputazioni nelle aule dei tribunali solo perché giustamente chiedono la demilitarizzazione della Sardegna.

Per tutto questo siamo in sintonia con il Movimento No Muos siciliano che da decenni si oppone alla militarizzazione del territorio.

Pertanto da questa piazza ci uniamo a tutti i movimenti di madri, di donne e uomini che come noi chiedono l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e l’apertura di negoziazioni oltre che la fine della guerra in tutto il mondo.

 

 

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